Niente ticket per chi è rimasto senza paga

Estesa l'esenzione che era stata decisa per cassintegrati e in mobilità. Rossi: «Anche così si aiuta chi è in difficoltà»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 2009 13:58
Niente ticket per chi è rimasto senza paga

I lavoratori senza paga per almeno tre mesi non dovranno sborsare il ticket per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, di diagnostica e di laboratorio. E nemmeno i loro familiari a carico. Lo ha deciso l'assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi, che ha presentato alla Giunta una delibera approvata nell'ultima seduta. «La sanità pubblica toscana – dice l'assessore Rossi – contribuisce in molti modi a sostenere l'economia della regione.

In primo luogo tenendo in ordine i conti e in attivo i bilanci, quindi non esigendo dai cittadini tasse aggiuntive e infine con importanti investimenti che fanno lavorare persone e imprese. Tuttavia la crisi esige uno sforzo in più, un aiuto diretto a chi si trova improvvisamente in difficoltà e senza tutele sociali. Nel maggio scorso avevamo deciso di eliminare gli stessi ticket per i lavoratori in cassa integrazione e in mobilità e per i loro familiari. Ma girando per la Toscana mi sono reso conto che la situazione è ulteriormente peggiorata e che ci sono situazioni in cui i lavoratori semplicemente da un giorno all'altro non vengono più pagati.

Così ho deciso di estendere anche a loro l'esenzione.» Per essere esenti basta autocertificare di non riscuotere lo stipendio da almeno tre mesi consecutivamente. Per familiari a carico si intendono i familiari non fiscalmente indipendenti, cioè per i quali l'interessato gode di detrazioni fiscali. Naturalmente l'onere di pagare il ticket si riattiva nel momento in cui l'interessato ricomincia a percepire la retribuzione. Questo provvedimento comporterà per le casse regionali un onere di circa 700 mila euro (era un milione il costo della delibera riservata a lavoratori cassintegrati e in mobilità) che verranno compensati dalle Aziende e dal Fondo sanitario regionale.

Susanna Cressati

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