Ex Meccanotessile di Rifredi, le opposizioni chiedono spiegazioni

Ornella De Zordo, Valdo Spini, ma anche Ornella De Zordo e Guido Castelnuovo Tedesco. Tutti chiedono spiegazioni sull'intenzione manifestata dal sindaco Matteo Renzi di vendere l'ex Meccanotessile di Rifredi.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2009 21:32
Ex Meccanotessile di Rifredi, le opposizioni chiedono spiegazioni

“Il sindaco venga in Consiglio comunale a descrivere dettagliatamente il progetto di vendita dell'ex Meccanotessile. Dopo aver annunciato a più riprese di voler condurre una politica incentrata su un'urbanistica diversa, mettendo al centro l'organicità delle scelte e la necessità di partire da un'idea complessiva di città, Renzi ha scelto la tv per un annuncio spot. Dove sono finite le parole virtuose sulla pianificazione, sul ruolo del Consiglio comunale, sulla partecipazione?”. Sono le parole della capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo sull'intenzione manifestata dal sindaco Matteo Renzi di vendere l'ex Meccanotessile di Rifredi.

“Chiediamo al sindaco e alla giunta le massime garanzie perché quell'area non finisca in mano alla speculazione edilizia - ha proseguito De Zordo - vogliamo sapere come il sindaco intende far sì che chi acquisterà quell'area realizzi davvero aree verdi, scuole e asili nido. Su questi temi la città ha bisogno da anni di certezze, e non di promesse regolarmente disattese”. “Forti perplessità sul metodo e sulla sostanza delle dichiarazioni del sindaco in merito alla vendita del Meccanotessile”.

Le ha espresse Valdo Spini capogruppo della lista Spini per Firenze che aggiunge: “A parte la forma - ha spiegato Spini -, non mi risulta che il sindaco abbia consultato qualcuno, c’è la sostanza e prima che venga fatta una scelta definitiva voglio riproporre la questione in Consiglio comunale ricordando anche quanto è scritto nel mio programma '66 parole per Firenze'”. Alla voce Meccanotessile infatti si legge: “Con il trasferimento delle Officine Galileo avvenuto negli anni ’80, fu deciso di dedicare il padiglione del meccano tessile a Museo d’Arte Contemporanea.

Da allora sono stati spesi molti milioni di euro di denaro pubblico per il suo recupero, ma il lavoro non è mai andato in porto. Forse da taluni non ritenuto necessario, vista la vicinanza del Museo Pecci di Prato, certo è che il padiglione in gran parte giace abbandonato nel bel mezzo del quartiere di Rifredi, che necessita di attrezzature culturali qualificate, mentre a Firenze manca del tutto uno spazio dedicato alla produzione culturale (plastica, figurativa, teatrale, musicale, digitale) che rappresenti i fermenti e le tendenze artistiche attuali.

Non solo uno spazio espositivo, ma un vero centro di produzione di arte contemporanea. Non esiste un luogo (si pensi, per esempio, al Museum Quartier di Vienna) dove gli artisti, fiorentini e non, possano incontrarsi, scontrarsi,dialogare ed esporre le loro opere, garantendo ospitalità per brevi e medi periodi a colleghi stranieri che potrebbero lasciare le loro opere a Firenze e farsi interpreti e ambasciatori delle capacità artistiche attualmente presenti nella nostra realtà”. “Sull’ ex Meccanotessile il sindaco Renzi non si limiti a spot televisivi, ma chiarisca la posizione dell’amministrazione sul recupero dell’area e si impegni a coinvolgere anche la cittadinanza per venire incontro alle esigenze concrete della zona”.

E’ il commento della vice capogruppo del Pdl Bianca Maria Giocoli, e di Guido Castelnuovo Tedesco, consigliere del centrodestra al Quartiere 5. “Il complesso edilizio in questione ha ospitato dall’inizio secolo scorso sino agli anni ’80 le Officine Galileo, entrate in crisi già venti anni prima. Dall’83 - hanno spiegato Giocoli e Tedesco - si iniziò a caldeggiare l’ipotesi di realizzare all’interno dei circa 27.500mq a disposizione un nuovo museo di arte contemporanea, assieme ad un centro polifunzionale attrezzato per le sperimentazioni artistiche di avanguardia legate alle arti visive.

Il solo progetto generale del primo stralcio relativo alle opere murarie ed al consolidamento delle strutture esistenti hanno comportato una spesa di oltre 20 miliardi di vecchie lire. Per non parlare, poi, dei circa 2,5 miliardi che sono stati buttati via nel ’96 affinché il Comune di Firenze risarcisse la ditta che avrebbe dovuto inizialmente vincere l’appalto”. I due esponenti del centrodestra “oltre ad esprimere dubbi sull'utilità di realizzare un nuovo centro di arte contemporanea ed alla volontà del nuovo sindaco di riprendere in mano la questione auspicano che una così vasta area possa essere pienamente valorizzata senza dover 'sperperare' altri soldi, che, come tutti i cittadini posso vedere con i loro occhi recandosi nella zona del Poggetto, non hanno certo portato ad una fattiva risoluzione di questa annosa vicenda.

Sulla minaccia di causa alle imprese in caso di tempi non rispettati da parte del sindaco, crediamo sia giusto far riflettere sul fatto che in questo paese sia molto difficile che si paghino davvero le penali, come invece in molti casi sarebbe giusto. La storia ci insegna che proprio le amministrazioni sono le prime a volersi mettere d’accordo con le imprese per rinegoziare i contratti ed evitare contenziosi”. E per quanto riguarda il progetto specifico e i tempi dettati dal sindaco Renzi la capogruppo e il consigliere del Quartiere 5 dicono: “Volere le ruspe al lavoro entro il 2010 è un obiettivo ambizioso, pertanto verificheremo se il sindaco manterrà la parola data ai cittadini, riuscendo a risolvere la questione e, soprattutto, a rispettare i tempi annunciati in televisione”. “Riteniamo dunque - hanno concluso Giocoli e Castelnuovo Tedesco - che, alla luce dell’azzeramento degli accordi con la Regione Toscana sull’area dell’ex-Meccanotessile, si debba quanto prima definire in dettaglio il futuro della nuova area ed il suo recupero, interessando direttamente la cittadinanza attraverso il consiglio di Quartiere 5”.

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