124 anni fa nasceva Dino Campana

Giovedì 20 agosto ricorrerà il 124° anniversario della nascita del poeta Dino Campana. Marradi, sua città natale, lo ricorderà con una conferenza ed uno spettacolo teatrale, "Dino Campana e Sibilla Aleramo", realizzato dai Chille de la balanza.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 agosto 2009 16:01
124 anni fa nasceva Dino Campana

Come ormai da tradizione, anche quest’anno il Centro Studi Campaniani di Marradi rende omaggio al poeta Dino Campana nel 124° anniversario della sua nascita. La manifestazione si terrà a Marradi giovedì 20 agosto 2009 alle ore 21 presso la sede del Centro Studi Campaniani in via Castelnaudary con ingresso libero. Nella serata verrà presentata la ristampa anastatica della prima edizione dei Canti Orfici, Marradi, 1914 a cura dell’editore Raffaelli (Rimini, 2008) e il professor Marco Antonellini terrà una conferenza sul tema “La stagione di Dino Campana Poeta” (1914 – 1916). Ma l'evento sarà la proposta del nuovo spettacolo dei Chille de la balanza, intitolato "Dino Campana e Sibilla Aleramo". “Tutto va per il meglio nel migliore dei mondi possibili” scrive Campana nell’agosto del 1916, quando ha da poco conosciuto Sibilla; “Tutto va per il meglio nel peggiore dei mondi possibili” scrive l’11 aprile del 1930 a Binazzi, quando incomincia a maturare l’idea di non voler lasciare più il manicomio di Castelpulci dove morirà il primo marzo 1932. Passioni e sentimenti, paure, tenerezze, invocazioni, tradimenti, ricongiungimenti, botte e minacce, miseria e malattia: tutto sotto "un cielo fatto solo d'amore".

E' l'incontro di Dino Campana con Sibilla Aleramo, un incontro straordinario, come le lettere che i due amanti si scrissero. Fin dalle prime lettere, Sibilla sembra consapevole del miracolo offerto dal loro incontro e incoraggia se stessa e Campana nel necessario sforzo della lotta per mantenersi nella vita, nella difesa di un dono, sorretta dalla fede che il loro amore li guiderà lontano: "Ti amo, soffro, sentimi. Se saprò che sei costì, forte, sarò brava anch’io, te lo giuro sul nostro amore, Dino, saprò aspettare, ho tanta fede, tutto è bello, sì, tutto è stato necessario, la vita sarà per noi, amor mio…" Una credenza questa, che cercherà di far condividere anche agli amici, per non sentirsi sola, abbandonata, nei molti momenti di forte disagio e crisi del Poeta: "Campana è malato profondamente, neurastenia con mania continua di fuga, di annientamento.

È atroce quel che la vita può su un uomo… I primi giorni qui, per lo sbalzo della montagna, sono stati terribili. Ora ritorna un po’ di calma e un po’ di speranza: Bisogna che senta altri cuori oltre al mio, che lo voglion vivo. So che avete per lui, oltre all’ammirazione, una vera simpatia. Aiutiamoci". Ma ogni pagina di questo carteggio è un viaggio. Ha inizio sotto il sole infuocato dell'agosto del 1916 fra la montagna dei solitari e la pura bellezza dei grandi boschi e prosegue serenamente negli ultimi splendori della bella stagione a Faenza e Marradi fino a quando il vento iemale non li trascina in paesi sperduti dell'Appennino, dove il freddo morde ancora più che nelle soffitte dei Lungarni e nelle ville sulle colline di Firenze che li accoglieranno.

Il percorso si fa tortuoso. E' ormai il 1917: sullo sfondo l'anno più duro della guerra, in primo piano i due amanti e il loro disperato tentativo di trovarsi e abbandonarsi, affidato ormai soltanto alle lettere che si incrociano tra la Toscana e il Piemonte. Poi, nel gennaio del 1918, proprio davanti al cancello del manicomio di San Salvi (oggi sede dei Chille), il viaggio si interrompe definitivamente. Dino Campana scrive inascoltato la sua ultima lettera, disperata richiesta di aiuto: "Vieni a vedermi, ti prego, tuo Dino". I Chille de la balanza - che da anni lavorano intorno a Campana con spettacoli anche all'estero (Parigi, Bruxelles...) e che lo scorso anno realizzarono un progetto sul poeta di Marradi all'interno del Genio fiorentino (attualmente due loro video campaniani sono presenti su Youtube: il "fantastico" incontro tra Campana e Caruso a Lastra a Signa e il poema "Genova" letto da Ascoli) - propongono un nuovo omaggio al poeta di Marradi intitolato, semplicemente, "Dino Campana e Sibilla Aleramo".

In scena a vivere emozioni, passioni, incontri e rifiuti dei due amanti sono Claudio Ascoli e Chiara Macinai. Nel denso percorso epistolare si inserisce Massimiliano Larocca, cantautore fiorentino che ha musicato molti dei poemi dei Canti Orfici, restituendone nuove emozioni, nel rispetto di ritmo e colori. A settembre il Centro Studi Campaniani - che quest'anno festeggia i suoi vent'anni di attività - inaugurerà un Museo di Arte Contemporanea “Artisti per Dino Campana”, con opere (68 in tutto), donate da pittori e scultori italiani e stranieri; non è perciò un caso che, in occasione della giornata anniversario di giovedì 20 agosto, il Gruppo Arca in Casentino, composto da allievi del Maestro Lanci, esponga un singolare dipinto di forma e dimensioni inusitate (creazione collettiva su striscione in carta di metri 14 x 2), intolato "La notte" ed ispirato all'opera del poeta di Marradi.

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