Museo Bardini: dopo 10 anni riapertura il 4 aprile

Redazione Nove da Firenze
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17 marzo 2009 23:53
Museo Bardini: dopo 10 anni riapertura il 4 aprile

Firenze, 17 Marzo 2009- "Dopo dieci anni di chiusura il Museo Bardini riaprirà al pubblico il prossimo 4 aprile, con tutte le stanze restaurate, le pareti blu come erano in origine, e le opere d'arte ricollocate". E' quanto ha affermato l'assessore alla cultura Eugenio Giani, che ha illustrato in anteprima quello che i visitatori potranno ammirare nel rinnovato museo, accompagnato da Antonella Nesi direttrice del Museo Bardini e da Eleonora Pianea direttrice dei musei civici del Comune di Firenze.

L'assessore Giani nell'occasione ha anche presentato il nuovo logo, che sarà il simbolo di tutti i musei civici gestiti dal Comune, scelto tra una selezione di un concorso specifico sul tema, che consiste in un quadrato rosso su cui campeggia la scritta musei civici fiorentini. "Qui oggi possiamo affermare - ha proseguito l'assessore Giani - che abbiamo interpretato la volontà di Bardini nell'allestimento del Museo". I visitatori infatti nelle sale di piazza de' Mozzi, potranno ammirare il famoso colore blu delle pareti, che farà da sfondo agli straordinari pezzi che il grande antiquario fiorentino Stefano Bardini aveva raccolto durante la sua vita e che poi aveva lasciato in eredità al Comune di Firenze, dopo la sua morte avvenuta nel 1922, perché diventasse il Museo della città.

Due sono le novità: il famoso "Porcellino", quello autentico realizzato da Pietro Tacca e il Marzocco originale che stava sul frontone di Palazzo Vecchio, attualmente custodito al Museo San Marco. Per la riapertura sono stati fondamentali i 130mila euro previsti dal bilancio, che serviranno per la messa in sicurezza di tutti gli impianti e la collocazione delle porte frangifiamma. Ora il Museo tornerà a splendere con i bellissimi pezzi che l'antiquario Bardini recuperava nelle chiese, nei palazzi e in ogni parte d'Italia e del mondo.

Pezzi unici come "i crocifissi di scuola donatelliana e di scuola giottesca, la scultura "La Carità" di Tino Di Camaino di scuola senese, che raffigura una donna che allatta i suoi piccoli, le cassapanche, le madonne in terra cotta provenienti dalle botteghe di Donatello e Ghiberti. E poi la collocazione delle opere, che non sarà casuale perché Bardini metteva i suoi pezzi ricostruendo intere epoche di storia. "Il Museo Bardini si inserisce in un progetto più ampio, definito quello della "rive gauche" di San Niccolò.

E' nostro impegno infatti - ha sottolineato l'assessore Giani - quello di creare un percorso che parte dal giardino Bardini, villa Bardini, per proseguire a Forte Belvedere e infine alla visita della Torre di San Niccolò". Un piccolo gioiello dell'arte sarà quindi il Museo Bardini che finalmente potrà essere ammirato dai turisti e anche dai fiorentini. (pc)

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