Palestina: a Firenze la mostra fotografica Crossing Borders di Susan Brannon

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 gennaio 2009 14:15
Palestina: a Firenze la mostra fotografica <I>Crossing Borders</I> di Susan Brannon

Dal 1 al 7 febbraio tutti i giorni dalle 15:00 alle 20:00 nel complesso delle “Murate” in piazza Madonna della Neve, tra via dell’Agnolo e via Ghibellina n 8, con il patrocinio del Quartiere 1 si terrà la mostra fotografica itinerante “Crossing Borders”, che si propone l’obiettivo di mostrare l’esistenza quotidiana del Popolo Palestinese costretto a vivere all’interno dell’ “Israeli Separation Barrier”, il “Muro” che separa i Territori Palestinesi della West Bank da Israele e dal resto del mondo.
L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 31 gennaio alle ore 19:00 sempre presso il complesso le Murate.

Susan Brannon, che ha realizzato il progetto è gli scatti, è una fotogiornalista americana che si è occupata per 7 anni dei conflitti del Medio Oriente. Per realizzare questo progetto la Brannon ha organizzato e condotto un lavoro fotografico con la collaborazione di tre gruppi di palestinesi della West Bank; un gruppo di donne dell’ “Aida Refugee Camp” il Campo Profughi di Aida vicino a Bethlehem; uno di donne del “The Turner Institute for Education Youth Group” di Ramallah e un altro gruppo di donne del “Society for women” sempre a Ramallah.
La Brannon ha cercato di dar ai tre gruppi di lavoro libertà di esprimere le proprie sensazioni in modo spontaneo dotandoli di macchine fotografiche per immortale e registrare autonomamente le loro emozioni attraverso il racconto della loro vita quotidiana.
Susan Brannon in questi anni di lavoro in Medio Oriente ha cercato di rappresentare uno spaccato della vita reale di tutti coloro che si sono trovati a vivere gli scenari di guerra attraverso gli occhi di chi è stato marginalizzato proprio a causa dei conflitti.

Proprio per il modo di affrontare temi così importanti e delicati i suoi lavori sono stati pubblicati su riviste e giornali in tutto il mondo anche attraverso le agenzie di aiuto umanitario che hanno ritenuto i lavori della Brannon di grande valore umanitario.

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