Pirateria: arresti, sequestri e denunce a Prato nella comunita' cinese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 novembre 2008 09:02
Pirateria: arresti, sequestri e denunce a Prato nella comunita' cinese

Terminata una nuova fase dell'operazione "Rete pulita", della Guardia di Finanza che ha coinvolto internet point e decine di persone, alcune delle quali arrestate a Prato. L'indagine delle Fiamme Gialle di Prato si e' conclusa col sequestro di 4 immobili, di oltre 2 milioni di film pirata, in gran parte scaricati da Internet, e 300 computer. 12 sono gli imprenditori cinesi denunciati e 13 i clandestini fermati dalle autorità di 3 di loro sono in arresto. Il traffico illecito si svolgeva nei negozi, dove i computer dei clienti venivano riempiti di file pirata dai gestori degli esercizi stessi: "Dietro all'attività legale dichiarata - si legge in una nota diramata dalla Compagnia di Prato - i titolari avevano messo in atto un nuovo modo di fornire alla clientela film e file musicali in violazione della normativa sul diritto d'autore.

Infatti, piuttosto che vendere illegalmente cd e dvd masterizzati, avevano organizzato un sistema imprenditoriale meno evidente, ma indubbiamente molto efficace: si facevano lasciare per qualche ora i personal computer dei clienti, sui quali - tramite un collegamento ai propri server - trasferivano direttamente intere gallerie filmografiche e musicali pirata". "Grazie all'ausilio di personale della SIAE e delle principali associazioni di categoria impegnate nella tutela della proprietà intellettuale in ambito mondiale (BSA - Business Software Alliance per il settore del software, FAPAV - Federazione AntiPirateria Audio Visiva per il settore audiovisivo e FPM - Federazione contro la Pirateria Musicale per quello discografico nonché della Sony Pictures Home Entertainment per gli home video), nonché di tecnici informatici - continua la nota - è stato anche possibile sequestrare software illegalmente installati sui computer ed individuare file e link nascosti e protetti sui server dei titolari degli esercizi, che una volta attivati permettevano la visione di film in streaming, ossia mediante un collegamento diretto a portali in lingua cinese che offrivano illegalmente il materiale".

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