Arte: Adi Da Samraj, l’artista americano che ipnotizza il Cenacolo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 febbraio 2008 19:06
Arte: Adi Da Samraj, l’artista americano che ipnotizza il Cenacolo

di Giada Primavera

Ha l’aria di un indiano d’America e non stupisce che sia noto in tutto il mondo come guida spirituale: è Adi Da Samraj, l’artista che la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale di Firenze ed il Ministero per i Beni e le Attività culturali hanno voluto ad affiancare, dal 23 febbraio fino al 22 giugno, la celebre Ultima Cena di Domenico Ghirlandaio (1480 c.a.), nel Cenacolo di Ognissanti. La mostra, dal titolo Realismo Trascendentale: L’arte di Adi Da Samraj, è organizzata da DA Plastique in collaborazione col Comitato Promotore Inverno a Firenze; sponsor la Banca Toscana ed il Grand Hotel.

Adi Da nasce a Long Island, New York, nel 1939; si laurea in Filosofia alla Columbia University nel 1961 e nel 1966 alla Stanford University in Letteratura Inglese. Già dal 1964, si dedica, con alcuni maestri, in America ed in India alla ricerca spirituale. Ne vede il mezzo primo per raggiungere la verità, comunicandola, poi, attraverso l’arte. O meglio, le arti visto che è democraticamente attratto dalla pittura come dalla scultura, dai disegni, video e fotografia. Ha esposto in Europa solo due volte: nel 2007 alla Biennale di Venezia e a Firenze, per quest’evento.

Adi Da non sarà presente al vernissage di sabato prossimo, legato com’è alla spiritualità delle isole Fiji, sua dimora d’ispirazione.

“La mia arte dell’immagine può essere descritta come uno spazio paradossale che insidia il punto di vista – spiega Adi Da – Questo consente un’apparizione tacita o un’intuizione implicita della condizione trascendentale della realtà, che va oltre, che supera il punto di vista”.

Quattro le opere presenti al Cenacolo: La finestra di Alberti, The subject in question I, The first Room Trilogy e The lover I.

L’assenza di prospettiva nella prima, i colori audaci, quasi meccanici, l’enigma della forma ipnotica, le interpretazioni che superano l’oggetto, rendono l’arte di Adi Da Samraj di un simbolismo che restituisce ad ogni lettore/osservatore una dimensione del tutto personale ed autogestibile, come suggerisce il professor Gary J. Coates della Kansas State University che ad Adi Da ha dedicato il saggio: “The rebirth of sacred art: reflections on the aperspectival geometric Art of Adi Da Samraj”.

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