Rifiuti: tensione alta in Campania, a Prato invece sanzioni per il non corretto conferimento nel sistema porta a porta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 gennaio 2008 14:25
Rifiuti: tensione alta in Campania, a Prato invece sanzioni per il non corretto conferimento nel sistema porta a porta

Prato 7 gennaio 2008- A leggere le notizie che arrivano dal Sud, c'è da tirare un sospiro di sollievo pensando di abitare in Toscana. Il Genio militare è al lavoro dall'alba in Campania per portar via l'immondizia accumulata, mentre a Pianura il quartiere è isolato. Sassi contro le forze dell'ordine intervenute a liberare il passaggio davanti alla discarica dove i manifestanti hanno abbattutto un muro per bloccare l'entrata.
A Prato invece dodici attività, tra bar e ristoranti, sono state sanzionate nella zona di via Pistoiese per il non corretto conferimento dei rifiuti nell’ambito della raccolta porta a porta.

Le sanzioni, per un totale di 1.200 euro, sono state elevate tra novembre e dicembre scorso dagli agenti ambientali della polizia municipale. Le trasgressioni contestate riguardano un’errata esposizione dei rifiuti organici e di vetro, plastica e lattine ovvero le tipologie che vengono ritirate porta a porta da ASM in giorni e orari prestabiliti che sono stati comunicati alle attività al momento dell’attivazione del servizio. Bar, ristoranti, pizzerie e attività che hanno a che fare con la somministrazione di cibo e bevande, sono stati dotati di contenitori che devono essere esposti fuori solo al momento delle svuotamento.

Un depliant, fornito alle attività interessate dalla raccolta porta a porta (tradotto anche in lingua cinese) spiega nei dettagli la modalità del servizio. Una bella differenza.
“La lezione che arriva dalla tragica situazione di Napoli e della Campania chiama tutti ad una forte assunzione di responsabilità e alla condivisione delle scelte per il bene dell’ambiente, della salute dei cittadini e anche dell’immagine di una Regione in cui l’economia turistica è uno dei motori principali.

Questo è ciò che, con la riforma della legge sui rifiuti del 1998, e grazie alla determinazione dell’assessore Bramerini, la Toscana ha iniziato a fare per mettere i cittadini al riparo da qualsiasi emergenza. Quando crolla la governance e vince il rifiuto di governare tutti i processi di smaltimento, l’onda dell’emergenza travolge tutti. Per questo bisogna chiudere la stagione dei no ad ogni soluzione e a tutte le tipologie di impianti, dal semplice stoccaggio di inerti ai moderni termovalorizzatori, perché alla fine si producono condizioni peggiori per la salute dei cittadini”.

Così Erasmo D’Angelis, Presidente della commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale commenta la vicenda della Campania e chiede una decisa svolta alle nostre politiche dei rifiuti. “Abbiamo davanti a noi due o tre anni per evitare di finire sul New York Times o la Cnn per la spazzatura in strada o l’export di ecoballe (peraltro già allo studio) a peso d’oro per i contribuenti toscani. Oggi, in 4 mosse, possiamo rendere sicuro il nostro sistema di smaltimento – spiega D’Angelis - primo, incentivare la riduzione, in particolare degli imballaggi che ammontano al 40% del totale dei rifiuti urbani attraverso accordi con i produttori e la grande, media e piccola distribuzione.

L’obiettivo è fermare il trend di crescita della valanga di Rsu dell’1.5% costante dal 1998: siamo a 2 kg al giorno a testa, il doppio di 15 anni fa (2.5 milioni di tonnellate l’anno), con uno smaltimento medioevale dove il 76% dei rifiuti finisce in 21 discariche, ognuna della quale inquina molto di più di un termovalorizzatore, che chiuderanno il ciclo nel 2010 per saturazione o per legge. Secondo: far ripartire la nuova stagione delle raccolte differenziate che dal 2004 in Toscana sono ferme al 33%, utilizzando metodi innovativi come il ‘porta a porta’.

Terzo: aprire un grande mercato regionale del riuso e del riciclo facendo rispettare l’obbligo di legge degli acquisti ‘verdi’ del 30% per tutti gli enti locali e la stessa Regione. Quarto: mettere fine alla rischiosa moratoria degli impianti mettendo in cantiere almeno 3 nuovi moderni termovalorizzatori nei 3 nuovi Ato toscani (centro-sud-costa) in grado di chiudere la filiera e trasformare in calore ed energia un quarto del totale dei rifiuti. Sappiamo bene che nessun impianto è a impatto zero ma le valutazioni di Arpat sul termovalorizzatore della piana fiorentina indicano che solo il 2% del nanoparticolato (PM 01) è attribuibile al futuro impianto, mentre il 60% proviene dal traffico, il 19% dall’industria, il 10% da impianti di produzione di energia, il 7% dalla combustione domestica, il 2% da altri fattori.

Il ricorso ai termovalorizzatori ha un senso nell'ambito delle indicazione dell'Ue e in un ciclo centrato sulla riduzione e il riciclaggio, come accade nei Paesi più avanzati dal punto di vista delle tutele ambientali come Germania o Svezia. E’ possibile sperimentare l’ultima impiantistica, dai ‘dissociatori molecolari’ al ‘trattamento a freddo’ ma dominando contemporaneamente tutti gli altri passaggi”.

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