Stop ai lavavetri: l'assessore Gori parla di normativa nazionale dell'attività
Anche a Trieste e Torino due ordinanze che vietano l'attività abusiva ai semafori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 agosto 2007 14:27
Stop ai lavavetri: l'assessore Gori parla di normativa nazionale dell'attività<BR>Anche a Trieste e Torino due ordinanze che vietano <I>l'attività abusiva ai semafori</I>

Firenze, 31 Agosto 2007- Ancora novità per i lavavetri e ancora da Firenze: una proposta per varare una normativa nazionale che regolamenti il mestiere girovago di lavavetri. Vi starebbe lavorando l'assessore alle attività produttive Silvano Gori che, insieme all'assessore alla sicurezza e vivibilità urbana Graziano Cioni, ha predisposto l'ordinanza per contrastare il fenomeno dei lavavetri a Firenze. «Prima di qualsiasi interpretazione sia chiaro: mai più lavavetri sulle strade di Firenze. Ma poiché qualcuno continua a voler ritenere che le proposte fatte siano da considerare una "frenata" preciso che non esiste alcun ripensamento né alcuna intenzione a tornare indietro rispetto dall'ordinanza fatta».

E' quanto ha dichiarato l'assessore alle attività produttive Silvano Gori. «Anzi - ha aggiunto - proprio per evitare che alla scadenza del provvedimento qualcuno, che si è definito il "rappresentante di chi ha bisogno", possa auspicare il ritorno alla precedente situazione, ho avanzato questa ipotesi che è ancora da studiare e da discutere. Tanto più questa ipotesi sarà presa in considerazione, tanto più dovremo essere rigidi nell'applicazione dei principi di legalità e di lotta all'abusivismo.

Ma su questi temi, come è ovvio, deve intervenire il legislatore».
Il ministro degli Interni Giuliano Amato sceglie la tolleranza zero e annuncia un piano per combattere le micro-illegalità. Nel mirino mendicanti e venditori abusivi, oltre ai lavavetri, su cui non si placano le polemiche all'interno della maggioranza. Ma Franco Ippolito, ex presidente di Magistratura Democratica e capo di gabinetto del ministro Ferrero, sulla Repubblica di oggi conferma: "Se la questione dovesse arrivare davanti a un giudice non passera' verosimilmente il vaglio di legittimita', perche' l'ordinanza invoca erronaemente l'articolo 650 del codice penale" "Dal punto di vista sostanziale, continua, si vogliono eliminare dai nostri occhi queste persone, senza cosi' risolvere davvero il problema".

In via Chiantigiana, a Ponte a Ema, c'è un edificio abbandonato da decenni che ormai è diventato un accampamento di clandestini.

E' quanto denuncia, in una interrogazione, il consigliere di Forza Italia Massimo Pieri. «L'immobile - si legge nell'interrogazione - è solo parzialmente edificato perché ha un solo piano residuo, pertanto sicuramente privo di servizi e di impianti a norma. Questo vuole dire che non sono assolutamente garantite condizioni di decoro nonché di sicurezza dal punto di vista igienico-sanitario e ambientale». L'esponente del centrodestra vuole sapere dall'amministrazione «se l'immobile di cui sopra fa parte del patrimonio comunale e, in caso contrario, a chi è riconducibile la proprietà»; «chi ha disposto la recinzione dell'edificio e se è funzionale ad impedire l'accesso per motivi di sicurezza»; «se è a conoscenza della presenza di una specie di accampamento di nomadi nell'edificio»; «se intende assumere provvedimenti per garantire il decoro della zona sicuramente compromesso dalla presenza degli occupanti in assenza del rispetto degli standard minimi di natura igienico sanitaria»; «a chi sono attribuibili eventuali responsabilità derivanti da danni, anche gravi, che possono derivare da incidenti dovuti alle condizioni di assoluta precarietà in cui versa l'immobile».

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