Le trasformazione del lavoro giornalistico in Toscana in una ricerca commissionata dal Corecom

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 agosto 2007 14:03
Le trasformazione del lavoro giornalistico in Toscana in una ricerca commissionata dal Corecom

Il Corecom, l'organo di consulenza e di gestione della Regione in materia di comunicazione, ha appena pubblicato il quarto numero della collana editoriale dei suoi Quaderni, dedicato alle trasformazione del lavoro giornalistico in Toscana.
La ricerca si occupa dei circa 2.000 giornalisti, più, o meno professionisti che lavorano in Toscana, una piccola fetta del complesso degli operatori della comunicazione che danno vita ai mezzi di informazione sul territorio.
Questa particolare predilezione istituzionale per il giornalismo tradizionale suscita non poca preoccupazione nell'ambiente degli operatori della comunicazione on line, come pure lo scarso rapporto sviluppatosi sinora con le istituzioni locali.

Già due anni fa questo disagio trovò modo di esprimersi nel Libro bianco sull’informazione e la comunicazione in Toscana, realizzato dalla V° Commissione del Consiglio regionale. Il fenomeno culturale generato negli ultimi dieci anni da Internet è inarrestabile e guadagna una dimensione che non si può fare a meno di definire strategia per un territorio come quello toscano, legato a concetti ed espressioni che identificano la nostra regione da secoli in forma universalmente riconosciuta.

Nell'era dei motori di ricerca che costruiscono giorno per giorno il web semantico, è pericoloso dimenticare quanto i successi stranieri nelle nuove tecnologie della comunicazione siano il frutto di una visione sociale che integra i contributi creativi della società civile, con quelli dell'impresa privata e delle istituzioni.
Fare rete in forma collaborativa e partecipativa per comunicare il patrimonio ideale della nostra terra è una parola d'ordine di cui gli enti locali, credo, dovrebbero farsi portavoce.

In questo il ruolo del Corecom, grazie all'attività di documentazione e ricerca che gli è propria, potrebbe essere propulsivo.

Nicola Novelli

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