Salute in Toscana: vita media più lunga di tre anni, meno consumatori d tabacco e alcool, meno morti sulle strade, ma rimangono criticità su disuguaglianze territoriali, stranieri, fasce deboli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 giugno 2007 18:55
Salute in Toscana: vita media più lunga di tre anni, meno consumatori d tabacco e alcool, meno morti sulle strade, ma rimangono criticità su disuguaglianze territoriali, stranieri, fasce deboli

Firenze - Migliorano i dati generali sulla salute in Toscana: aumenta la vita media; cala il consumo di tabacco e alcool, anche se cresce il numero dei giovani che fumano e bevono; cala la mortalità per gli incidenti stradali; permangono problemi e criticità legati alle differenze territoriali, con una situazione mediamente peggiore sulla costa, alla cittadinanza e alle classi sociali. Sono, in sintesi, i dati della Relazione sanitaria dell'Ars presentati oggi durante la seduta della commissione Sanità del Consiglio regionale, presieduta da Fabio Roggiolani.

"L'Ars ci consegna un lavoro importantissimo - ha commentato Roggiolani - Nella sua capacità di sintesi, la Relazione fornisce al Consiglio regionale e ai cittadini toscani una lettura sobria e chiara della situazione, che ci permette di operare scelte coerenti, nell'interesse di tutti".
I numeri sono stati spiegati dal presidente dell'Agenzia, Giovanni Barbagli, e dai responsabili dei diversi settori. Qualche dato generale: la vita media è aumentata di tre anni, rispetto a 10 anni fa; il bilancio demografico è positivo, ma il dato è dovuto soprattutto alla popolazione straniera residente: il 18% dei nuovi nati infatti ha madre straniera.

La mortalità infantile è estremamente bassa (3 per mille). Le donne straniere utilizzano i servizi sanitari (solo il 4% ad esempio dichiara di non essere stata seguita durante la gravidanza) ma ricorrono molto di più all'interruzione volontaria di gravidanza, il doppio rispetto alle donne italiane.
Tabacco, alcool, alimentazione: negli ultimi 20 anni il consumo di tabacco è diminuito, del 15%, sia in Italia che in Toscana, ma aumentano i giovani che fumano; la fascia prevalente di consumatori infatti non è più quella fra i 30 e i 39 anni, ma quella fa i 20 e i 29.

Simili i dati sull'alcool, con un rilevante cambiamento nei modelli di consumo: se prima si beveva un po' di più a casa, durante i pasti, ora il consumo di alcool si concentra per il 70% nel fine settimana, passando quindi da un modello di tipo mediterraneo a un modello nordico; sono i giovani e i giovanissimi (14-19 anni) ad essere i più interessati: il 21% dei ragazzi di 14 anni e il 60% dei diciottenni dichiarano di essersi ubriacati almeno una volta nell'ultimo anno. Dal punto di vista dell'alimentazione, in Toscana rimane prevalente la dieta mediterranea, ma le percentuali di persone sedentarie e di persone in sovrappeso sono piuttosto alte (il 35% di chi ha più di 18 anni).
Infortunistica stradale: cresce il numero di incidenti, anche perché cresce il numero delle auto, ma diminuiscono gli incidenti mortali e con feriti.

L'incidente stradale rimane la causa di morte prevalente per la fascia di età 14-40 anni.
Anziani: in Toscana si vive sempre più a lungo e in media in buone condizioni di salute, anche se le malattie correlate all'età, per le dinamiche demografiche in corso, aumenteranno: nel 2030 gli anziani non autosufficienti saranno 127.000 (oggi sono 80.000). Quali le situazioni più critiche, secondo i dati dell'Ars? Innanzi tutto le differenze territoriali, che in molti degli indicatori si fanno sentire, con numeri mediamenti peggiori per le zone della costa; ad esempio la speranza di vita fa registrare i dati migliori nella zona di Firenze ed Empoli, mentre i numeri più bassi si registrano nelle zone di Massa Carrara e Viareggio.

Rilevante anche la componente della cittadinanza, con criticità riscontrate in particolare per le donne straniere, ed in generale la componente economico-sociale, con dati mediamente peggiori, ad esempio, per titoli di studio più bassi; preoccupano, infine, i numeri sugli anziani non autosufficienti e sui giovani con comportamenti a rischio. "Quello che fa riflettere - ha affermato infine il presidente Roggiolani - è il fatto che al giorno d'oggi, in una società moderna ed avanzata, le differenze di censo siano ancora così rilevanti".

(ab)

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