Partecipazione: il dibattito in Consiglio regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 marzo 2007 17:49
Partecipazione: il dibattito in Consiglio regionale

Firenze, 27 Marzo 2007- Uno strumento per rinnovare la democrazia e le sue istituzioni, integrandola con processi di democrazia partecipativa. Un modo per coinvolgere i cittadini, migliorando la qualità dei progetti. Un processo decisionale innovativo e un antidoto alla crisi dei partiti. Questi gli obiettivi della futura proposta di legge sulla partecipazione, illustrata nei suoi capisaldi all’aula dall’assessore alle riforme istituzionali, Agostino Fragai.
“Questo documento, frutto di un anno di lavoro – ha detto Fragai - ed esito di una riflessione collettiva e di tanti incontri e modelli messi a confronto, è nato dalla preoccupazione dell’allontanamento dei cittadini dalle istituzioni e dalla politica, da fenomeni di sfiducia e disincanto”.

Perché la necessità di una legge sulla partecipazione? “Occorre – ha detto Fragai - aprire i processi di partecipazione della società civile alle decisioni pubbliche, dibattiti con esperti, metodi di partecipazione innovativi per giungere ad una decisione migliore con un’informazione completa e un dibattito coinvolgente. Occorre una certificazione di qualità partecipativa.” Dopo il passaggio in aula si aprirà la fase di concertazione sociale ed istituzionale. La legge dovrà fissare regole certe e tempi precisi per i processi partecipativi che dovranno essere ispirati ad efficienza, efficacia, economicità e orientamento al risultato dell’azione amministrativa.

Inoltre, la legge che dovrà trovare raccordo con una concertazione sociale e istituzionale, dovrà incentivare i governi locali, definire una cornice senza ingabbiare, lasciando agli enti locali piena autonomia. La giunta ha proposto che la legge possa prevedere una percentuale fissa del budget a un progetto da destinare all'informazione, comunicazione e promozione della partecipazione.
Il presidente della commissione speciale per gli Adempimenti Statutari, Piero Pizzi (FI) è intervenuto facendo un excursus dei molti articoli dello Statuto regionale che citano il tema della “partecipazione”.

Dopo aver sottolineato il lavoro pregevole dell’assessore Fragai, Pizzi ha posto alcune domande: “Come si articolano i rapporti tra Giunta e Consiglio riguardo alla proposta di legge? Si parla di incentivi ma in quali forme bisogna incentivare la partecipazione? Incentivi anche sotto forma di formazione professionale per gli amministratori locali? Quali sono i costi? Bisognerebbe –ha concluso Pizzi- chiarire e rafforzare il ruolo dei partiti politici”. Dopo aver espresso apprezzamento per il lavoro svolto dall’assessore Fragai, Monica Sgherri (Rifondazione) ha sottolineato l’importanza di questo documento “la Toscana – ha ricordato la Sgherri - è la prima regione in Italia ad avviare un percorso di stesura sul tema partecipazione”.

“E’ necessaria una legge sulla partecipazione – ha detto la Sgherri - non basta più la verifica quinquennale, bisogna riannodare i fili con la società, riavviare un processo di confronto su un terreno difficile che ha bisogno di confini precisi, indicazioni concrete, tempi certi nei quali debba chiudersi il percorso partecipativo. Questo percorso andrà ad arricchire il processo decisionale”.
«In questo passaggio, il mio timore è che al di là dello Statuto si cerchi di forzare un po’ la lettera.

Lo si cerca di fare sul diritto di voto, e mi pare che anche questa volta lo si stia tentando. Io capisco le ragioni politiche per cui si cerca di forzare un po’ il meccanismo, ma quando si vuol muovere la partecipazione in un certo modo non si potrà dire loro ‘la Regione vi fornisce gli strumenti per partecipare secondo le regole’. Perché la partecipazione è un fatto spontaneo. E’ difficile metterle le mutande delle regole». «Si rischia di fare un’impalcatura legislativa che rischierebbe col tempo di perdere sostanza, venendo meno a quella che oggi è la vera sfida della democrazia rappresentativa: la velocità della decisione.

Questo è il rischio vero che io notifico con preoccupazione». «Non organizzerà con questa legge nessuna deriva populista, ma corre un altro pericolo: con quest’ansia di partecipazione si rischia di mettere in moto uno strumento obsoleto che aggrava la democrazia rappresentativa. Perché la democrazia partecipativa come categoria non esiste. La consultazione attiene la partecipazione, ma la decisione appartiene all’assemblea rappresentativa».

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza