Bambini audiolesi: un progetto per l’apprendimento della lingua orale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 gennaio 2007 23:03
Bambini audiolesi: un progetto per l’apprendimento della lingua orale

FIRENZE – Il linguaggio dei segni potrebbe, in una toscana sempre più garantista e attenta ai diritti dei diversamente abili, diventare “del tutto inutile”. O meglio, potrebbe non essere l’unica possibilità di inserimento nella società civile assicurata agli audiolesi. A dichiararlo il Difensore civico della Regione Toscana, Giorgio Morales, che nei giorni scorsi ha ricevuto i rappresentanti toscani di Famiglie Italiana Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi (F.I.A.D.D.A.).

Un’associazione nata nel 1991 su iniziativa di un gruppo di genitori fiorentini, i cui scopi sono essenzialmente quelli di favorire l’inserimento, il recupero e lo sviluppo culturale di persone affette da particolari patologie al sistema uditivo. I rappresentanti fiorentini hanno informato Morales oltre che sull’attività dell’Associazione, anche su un progetto che può assicurare appropriate terapie logopediche ai bambini sordi (previa diagnosi precoce della sordità) in modo da consentire loro l’apprendimento della lingua orale.

“Ho potuto rendermi conto di persona della straordinarietà del progetto”, informa il Difensore civico regionale. “Una signora tra quelle incontrate parlava perfettamente e non mi sono accorto, finché non mi è stato detto, che si trattava di persona totalmente sorda dalla nascita”. Il progetto punta infatti a dimostrare che la ‘lingua dei segni’ utilizzata dai sordomuti può certamente essere una soluzione utile, “ma non può essere considerata l’unica strada percorribile”. Anzi, se vi sia stata una diagnosi precoce ed una appropriata terapia nei confronti dei bambini piccoli, “la lingua dei segni – rileva Morales - diventa del tutto inutile essendo preferibile un uso corretto della lingua orale”.

Secondo quanto hanno riferito dai rappresentati della F.I.A.D.D.A., “la diffusione delle terapie per l’uso della parola può avvenire là dove esistono, come a Firenze, appositi centri convenzionati con le ASL e dotati di personale specializzato”. Di fatto, la diffusione di questi centri non è ancora avvenuta: “occorre – precisa il Difensore civico - una intensa azione pubblica per favorirla”. Da qui la richiesta di Morales inoltrata ai presidenti di Giunta e Consiglio regionale, Claudio Martini e Riccardo Nencini di “farsi parte attiva nella individuazione di particolari iniziative che potranno essere assunte per favorire la diffusione del progetto e la conseguente apertura di centri convenzionati con il servizio sanitario in tutte le province toscane”.

Nella lettera inviata a Nencini e Martini, Morales ha ricordato alcuni tra i più significativi obiettivi contenuti nel Piano Sanitario Regionale 2005-2007. Tra questi, la valorizzazione di cure di provata efficacia come specifici interventi per gruppi con particolari bisogni, fra i quali i bambini sordi e il loro diritto alla parola; la messa a punto di un protocollo regionale per assicurare, in appositi centri individuati dalla programmazione di area vasta, che le attività riabilitative dei soggetti audiolesi siano erogate con l’apporto di competenze consolidate dall’esperienza e con riferimento al progetto riabilitativo predisposto, che deve contenere la previsione dell’erogazione di attività logopedica e gli interventi di potesizzazione (compresa la gratuità delle pile) idonei a consentire a tutti i bambini sordi l’apprendimento della lingua orale.

(f.cio)

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