Pianificazione urbanistica e agricoltura possono andare a braccetto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 novembre 2006 22:34
Pianificazione urbanistica e agricoltura possono andare a braccetto

11 novembre 2006- “Le polemiche di questi giorni hanno riportato l’attenzione sul tema del paesaggio rurale. A mio avviso però si è parlato sopra la Toscana e non sulla Toscana. Al contrario, i progetti presentati in questa sede, nati all’interno del network europeo Rural Med, partono dalla relazione, cioè il rapporto tra il paesaggio e chi lo abita. Una delle sfide che mi auguro di portare a termine è far arrivare l’agricoltura a dialogare con gli altri settori e in generale a contare di più”.
Questi alcuni dei temi toccati da Susanna Cenni, assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, nel corso del convegno “I Paesaggi della Ruralità Contemporanea.

Verso l'applicazione della Convenzione Europea del paesaggio”, che si è svolto ieri (10 novembre) a Villa Chigi Saracini, a Castelnuovo Berardenga (SI), nell’ambito di “Chianti d’Autunno” 2006. Al convegno, promosso dall’Associazione Atelier dei Paesaggi Contemporanei con la collaborazione scientifica della Facoltà di Architettura di Firenze, hanno partecipato con Susanna Cenni anche il sindaco di Castelnuovo Berardenga Roberto Bozzi, l’assessore alla Cultura di Greve in Chianti Massimo Mariottini, i curatori della ricerca Rural Med Giorgio Pizziolo, docente del Dipartimento di Urbanistica Università di Firenze, e Maurizio Ciumei, Presidente dell'Atelier dei Paesaggi Mediterranei, Nella Oggiano, dell'Arsia Toscana, Ginevra Lombardi, del Dipartimento di Economia Agraria Università di Firenze, e dirigenti e amministratori locali di varie regioni italiane ed europee.
“Gli strumenti e le risorse per fare e fare bene ci sono – ha continuato l’assessore regionale Cenni – L’urbanistica e l’agricoltura dovrebbero poter programmare insieme.

Allineare i vari strumenti di progettazione non è semplice, ma stiamo lavorando per renderlo fattibile”.
Un primo passo in questa direzione è reso possibile dalla Convenzione Europea del Paesaggio, che è stata presentata ufficialmente proprio durante il convegno di Castelnuovo Berardenga, e che per la prima volta dà un indirizzo per la conservazione e lo sviluppo del territorio rurale. Il Chianti è in prima linea in questa nuova visione del territorio, con i due progetti di Greve in Chianti e Castelnuovo Berardenga inseriti nel network europeo Rural Med.

Il progetto di Castelnuovo Berardenga
Il Museo del Paesaggio e l’Associazione Quinquatrus hanno svolto una ricerca sul territorio della Berardenga, raccogliendo i racconti di un campione di anziani che hanno lavorato come agricoltori e che, per tale motivo, hanno potuto seguire i cambiamenti avvenuti nel corso degli ultimi anni.

Grazie a questo progetto è stata avviata una banca dati relativa alla percezione del paesaggio, che ha messo in luce come uno degli aspetti critici della ruralità contemporanea sia una certa difficoltà nella socializzazione. Si è cercato così di riattivare momenti stimolanti per la condivisione e lo stare insieme, organizzando incontri in determinati luoghi che in passato sono stati nodi di socializzazione importanti. Altro tema interessante emerso dalle interviste, è stata la visione del territorio come contesto di vita e di lavoro e non come paesaggio in sé.

Per gli anziani agricoltori il Chianti non è bello in sé, ma lo in quanto luogo del vivere, un “pezzo di vita” funzionale al mantenimento delle famiglie e al trascorrere dell’esistenza.

Il progetto di Greve in Chianti
Anche il progetto di Greve in Chianti è partito dall’esperienza di vita sul e del territorio del Chianti. Al di là degli stereotipi, si tratta di un paesaggio ricco di vita e di storie. La ricerca è andata ad analizzare proprio i cambiamenti avvenuti in aree specifiche, che presentano caratteristiche peculiari e diverse rispetto al resto del territorio: la Val di Cintoia, Monte San Michele, Lucolena, Lamole e Panzano.

Sono tutti luoghi interessati da anni da forme migratorie stanziali. Per questo è emersa la necessità di una “alfabetizzazione rurale” rivolta a tutti, con l’obiettivo di tutelare e gestire il paesaggio attraverso la riqualificazione di quelle aree che rischiano di perdere la propria identità specifica.

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