Qualità dello sviluppo: Trentino, Toscana ed Emilia al vertice della classifica Quars

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 giugno 2006 13:02
Qualità dello sviluppo: Trentino, Toscana ed Emilia al vertice della classifica Quars

Si può misurare la qualità dello sviluppo? Non solo si può ma si deve, perché il benessere di un territorio non dipende solo dalla crescita del PIL. Lo dimostrano i risultati del IV Rapporto sulla Qualità Regionale dello Sviluppo (QUARS) presentato ieri a Roma dalla Campagna Sbilanciamoci!
Il QUARS è l’indice originale elaborato da Sbilanciamoci! che sintetizza e misura alcune dimensioni fondamentali dello sviluppo: stato dell'ambiente, giustizia economica, welfare, promozione dei diritti, pari opportunità e partecipazione.

“Da quattro anni misuriamo la qualità dello sviluppo nelle regioni italiane in base a questo indice - ha affermato Giulio Marcon di Sbilanciamoci! - e la nostra analisi dimostra come ricchezza e qualità della vita, sviluppo economico e benessere dei cittadini non vadano necessariamente di pari passo”. Quest’anno, oltre ad un indice leggermente cambiato nella sua costruzione, la consueta classifica finale è accompagnata dalle schede regionali: un’analisi sullo stato dello sviluppo regione per regione.

Nella classifica generale troviamo ai primi posti il Trentino Alto Adige, la Toscana e l’Emilia Romagna. Il risultato della Toscana è un chiaro esempio della differenza tra il Quars e gli indicatori economici classici: la regione si trova solo al nono posto per reddito pro-capite, ma ottiene il secondo posto nella classifica del QUARS grazie ad una particolare attenzione alle questioni di giustizia economica, welfare e partecipazione. La Lombardia, per contro, pur essendo una regione ricca, non ottiene un buon piazzamento soprattutto a causa di un’insufficiente attenzione alla qualità ambientale, settore nel quale è all’ultimo posto.

Secondo l’indice Eco Management (elaborato da Legambiente), in questo campo soltanto il Trentino ottiene un ottimo risultato, mentre altre 5 regioni raggiungono la sufficienza: Emilia Romagna, Umbria, Veneto, Puglia e Campania.
Per quanto riguarda il livello di integrazione dei migranti, Sbilanciamoci l’ha misurato sulla base del numero di ricongiungimenti familiari, della scolarizzazione dei minori stranieri e del numero di stranieri che decide di stabilirsi in ogni regione: in questo caso a primeggiare sono le Marche insieme al Veneto e all’Umbria.
Altri ambiti interessanti presi in esame riguardano il livello di istruzione e le pari opportunità.
Nel primo caso si è calcolata la percentuale di popolazione laureata per la quale l’Italia è ultima fra i paesi industrializzati che vede in testa il Lazio con l’8% e ultima la Valle d’Aosta con il 4.40%.
Nel secondo, i dati mostrano che c’è ancora molto da lavorare sia dal punto di vista della rappresentanza politica che da quello della partecipazione al mercato del lavoro.

In particolare è molto bassa la rappresentanza delle donne nei consigli regionali: la regione che fa meglio è la Toscana (26%), seguita dall’Umbria (16%) e dal Lazio (15%). In generale sono le regioni del Centro Italia e quelle a Statuto Speciale del Nord quelle dove si registra una maggiore qualità dello sviluppo. In conclusione Giulio Marcon ha sottolineato come sia “assolutamente necessario continuare a lavorare all’elaborazione e all’affinamento di questo tipo di indicatori, in grado di misurare e monitorare la reale situazione del benessere dei cittadini e delle comunità sul nostro territorio.

Si tratta infatti di strumenti utili a guidare le amministrazioni locali perché adottino politiche adeguate al conseguimento di una migliore qualità di vita per tutti”.

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