Quali proposte al nuovo governo per la finanza locale?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2006 19:35
Quali proposte al nuovo governo per la finanza locale?

Firenze, 12.05.2006 – In occasione del convegno organizzato da IRPET e Anci Toscana, Quali proposte al nuovo governo per la finanza locale?, è stato presentato a Firenze il Rapporto 2005 “La finanza locale in Italia” realizzato in collaborazione tra IRPET, Isae ed Ires Piemonte.
“Il federalismo fiscale in senso proprio è appena abbozzato nel nostro Paese, dal momento che le amministrazioni regionali e locali godono oggi di un’autonomia di entrata e di spesa molto limitata e, sicuramente, insufficiente”.

Come ha ricordato Stefania Lorenzini, IRPET, “in Toscana, per esempio, si stima che gli enti locali dovranno risparmiare complessivamente più di 600mil. di € per effetto dei tetti della spesa imposti dal Patto di Stabilità 2006. Sul lato delle entrate, poi, i pochi margini di libertà sono stati annullati tramite il congelamento delle addizionali locali: per i Comuni della nostra regione il gettito potenziale dell’addizionale IRPEF supererebbe il 60% del gettito reale (191 anziché 120 mil.€).

In prospettiva un federalismo completo, cioè che attribuisca un’effettiva responsabilità di entrata e di spesa, può rappresentare una buona occasione per i governi locali solo se gli amministratori, e l’intero apparato organizzativo, saranno gratificati dalla possibilità di essere più autonomi, di disporre di più ampi gradi di libertà, in modo da garantire alle collettività locali servizi pubblici rispondenti alle esigenze dei cittadini, anche a costo di dover aumentare il livello di tassazione locale.”
Il nuovo governo dovrà assumere decisioni importanti in tema di finanza locale.

Dopo il referendum popolare di giugno, infatti, saranno centrali questioni come l’attuazione dell’art.119 della Costituzione, la definizione dei meccanismi di coordinamento della finanza pubblica tra Stato e Regioni, le linee possibili di revisione delle regole del Patto di Stabilità Interno, la legittimità delle tasse di scopo a scala locale, ecc.
Quindi, quali proposte per il nuovo governo? È evidente, per l’Alta Commissione per il federalismo fiscale, che “le regioni contribuiscono già in modo significativo al finanziamento di comuni e province.

Su questo tema -afferma Enrico Buglione, Cnr-, importante ma spesso trascurato, l’Alta Commissione ha avanzato alcune proposte volte a promuovere la collaborazione tra le autonomie territoriali e a valorizzare il ruolo dei sistemi regionali nella gestione della finanza pubblica.”
Secondo Alessandro Petretto, direttore dell’IRPET, “in Italia manca un moderno sistema di programmazione e controllo della spesa pubblica in un’ottica di medio periodo, perché l’attuale Patto di Stabilità Interno ha risposto solo in parte a questo obiettivo.

Si dovrebbero introdurre –prosegue il professore- alcuni requisiti, come una struttura pluriennale del bilancio, un controllo dei saldi tra entrate e spese piuttosto che quello del valore assoluto delle spese, ed infine non si dovrebbe interferire nelle politiche del personale. Inoltre, bisogna ricordare che per controllare la spesa pubblica l’unica sanzione efficace è la responsabilizzazione: gli enti locali devono essere costretti a coprire le spese che hanno causato uno sfondamento con il ricorso alla tassazione locale”.
Per Paolo Fontanelli, presidente dell’Anci Toscana, “è necessario attuare il federalismo fiscale e aumentare l’autonomia reale degli enti locali.

Noi pensiamo che, attraverso un diverso sistema, sia possibile reperire maggiori risorse per gli enti locali senza aumentare la pressione fiscale generale. Ciò può essere perseguito, per fare solo alcuni esempi di misure concrete, attraverso una revisione di quella che è la tassazione sugli immobili, concedendo ai comuni, insieme al catasto, una maggiore potestà di intervenire creando condizioni di maggiore equità sia territoriale che sociale, oppure attraverso una diversa e dinamica compartecipazione all’Irpef.

Queste ipotetiche misure possono essere applicate solo ed esclusivamente nell’alveo di una riforma organica. È comunque essenziale che sia garantito un forte legame tra il gettito, il territorio e la possibilità di autonomia e di iniziativa degli enti locali”.

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