Voci d'Europa: Grecia, mia cara Grecia e Milva, el tango de Astor Piazzolla

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 aprile 2006 22:29
Voci d'Europa: <I>Grecia, mia cara Grecia</I> e Milva, el tango de Astor Piazzolla

18/04/06 firenze- Grande serata di teatro quella di venerdì 21 aprile che vede Irene Papas sul palcoscenico del Teatro della Pergola per inaugurare la seconda edizione di Voci d’Europa, il festival ideato e diretto da Maurizio Scaparro. Questa del 2006 è l’edizione dedicata alle voci femminili, quelle del mito e della passionalità, e proprio alla presenza femminile più evocativa, più forte della cultura mediterranea è affidato il compito di aprire la rassegna.
Con il titolo di Grecia, mia cara Grecia i registi Maurizio Scaparro e Giancarlo Cauteruccio intendono omaggiare Corrado Alvaro, fine intellettuale e scrittore calabrese cimentatosi anche con il teatro con l’opera La lunga notte di Medea rappresentata per la prima volta nel ’49.


È una Medea nuova quella di Alvaro, una donna straniera ed esule, esclusa e respinta dalla comunità che la ospita, la cui unica colpa è la diversità agli occhi intolleranti e pieni di pregiudizi dei Corinzi. La sua "Lunga notte" non è altro che il viaggio dentro se stessa, alla ricerca di quella identità sacrificata per amore di un uomo.
E anche l’uccisione dei figli, quello che fa di Medea una terribile assassina, per Corrado Alvaro non è solo la vendetta di un tradimento, ma la tragedia di una donna rinnegata che, per non soccombere, cancella il futuro che la esclude con un’azione estrema e disperata.


"Se "Voci d’Europa" quest’anno parlerà al femminile, lo deve anche alla scelta mia e di Irene Papas di rivisitare la Medea di Corrado Alvaro, anche per ricordarne i cinquant’anni dalla sua morte; una Medea che è il nesso tra Grecia, Magna Grecia e Calabria (e da qui, il piacere di coinvolgere nell’allestimento Giancarlo Cauteruccio); una Medea disperatamente aggrappata alla terra, e che nel suo microcosmo di sensazioni e di intuizioni sembra rappresentare l’umanità intera con i suoi tormenti; una Medea umana, umanamente maga e persino umanamente assassina dei propri figli che vuole salvare dalle pericolose incognite del futuro.
Tutto è scarno, essenziale, privo di ornamenti in quest’opera e non poteva essere altrimenti per una Medea concepita nei luoghi stupendi ma naturalmente tragici della Calabria di Alvaro, e la Calabria mi rimanda subito ad alcuni scritti di Don Massimo Alvaro che rimarcava lo stretto legame tra il mito e la terra che lo ha generato.

Milva e Astor Piazzolla ancora una volta insieme
Sabato 22 aprile ore 20.45
Voci d’Europa riporta a Firenze una grande interprete e un mito della musica del Novecento per una serata dedicata alle magiche malinconiche atmosfere del tango ricreate alla perfezione dalla voce e dal talento di Milva. Accompagnata sul palcoscenico dal Sestetto Tangoseis, fasciata in uno dei suoi abiti da sirena, con la rossa chioma a proteggerla ma a provocare lo spettatore, eccola a ridare vita alle creazioni del grande musicista argentino con cui a lungo ha collaborato.

"Un pensiero triste che si balla", questo è il tango secondo la definizione di Enrique Santos Discepolo, e con Milva tutto questo prende corpo, palpita di vita. Ancora una volta, quindi, l’occasione di ascoltare, di vivere le emozioni del tango di Piazzolla, autore quanto mai innovativo che nuova linfa ha dato alla tradizione argentina.

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