A Firenze un seminario per fare il punto sulle disuguaglianze nella sanità: presente disagio sociale ed economico anche in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 dicembre 2005 19:44
A Firenze un seminario per fare il punto sulle disuguaglianze nella sanità: presente disagio sociale ed economico anche in Toscana

FIRENZE- Negli ospedali fiorentini i disoccupati si ricoverano il 55 per cento in più della media, le persone con basso reddito il 30 per cento in più, le persone con bassa scolarizzazione il 20 per cento in più. E se sei povero in ospedale ci resti di più, con degenze che superano del 10 per cento quella media. Ma le differenze sociali, economiche, culturali pesano anche sull’incidenza di certe malattie: per limitarsi ai tumori si può arrivare al 16 per cento in più per gli uomini con licenza elementare e addirittura al 29 per cento in più per i più poveri.

Sono solo alcuni dati tratti da uno “studio longitudinale”, cioè da un’indagine statistica che, estesa nel tempo, consente di mettere in relazione lo stato di salute della popolazione, l’accesso ai servizi sanitari, i fattori di rischio e le condizioni socio-economiche. Di tutto questo – e in particolare dell’importanza di questi studi per la programmazione sanitaria – si è parlato questa mattina in una giornata di studi alla quale ha partecipato il vicepresidente della Regione Federico Gelli, che tra le sue deleghe ha appunto anche quella ai servizi statistici.

“La Toscana – ha spiegato Gelli che, tra l’altro, professionalmente è un medico specializzato proprio in epidemiologia – è una regione all’avanguardia in questo tipo di studi, che sono particolarmente preziosi per individuare specifici bisogni di assistenza nei vari territori e per definire le problematiche connesse al riparto delle risorse finanziarie del Servizio sanitario. Sono dati che dimostrano il peso del disagio sociale ed economico anche in Toscana. Insomma, anche in una regione come la nostra, che ha sempre fatto dei principi di equità e universalità i pilastri portanti del sistema sanitario, c’è il rischio di un progressivo allargamento della forbice tra gruppi sociali svantaggiati e gruppi sociali economicamente benestanti.

E’ un rischio che può diventare drammaticamente concreto in seguito ai tagli del governo e che da parte nostra esige un impegno ancora più forte. C’è bisogno di più prevenzione, di più diagnosi precoce, di più informazione ai cittadini per garantire a tutti il diritto alla salute. Queste ricerche, del resto, ci sono già state molto utili per la definizione dei nostri piani regionali”. Quello toscano è il secondo “studio longitudinale” (il primo è stato quello di Torino) che ricolleghi i dati sanitari quali i tipi di patologia e i livelli di mortalità ai dati raccolti con i censimenti.

E’ un’indagine che fino a questo momento ha riguardato Firenze e Livorno e che ora si estende anche a Prato.

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