Ormai l’oncoplastica fa miracoli, ma il 5-10% delle pazienti non lo sa
E con l’incubo della mutilazione molte vanno dal medico quando è tardi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 novembre 2005 14:55
Ormai l’oncoplastica fa miracoli, ma il 5-10% delle pazienti non lo sa<BR>E con l’incubo della mutilazione molte vanno dal medico quando è tardi

Firenze – Non vogliono sapere. La paura di una diagnosi infausta e di perdere il seno è più forte di tutto. Risultato: non vanno dal medico, non fanno screening, ignorano perfino i sintomi e quando si decidono, magari dopo anni, il cancro è già molto progredito e ha già fatto danni spesso irreparabili. E’ la storia di non poche pazienti, per la statistica il 5-10% del totale, tutt’oggi del tutto all’oscuro degli straordinari progressi della chirurgia oncoplastica.
Lo ha rivelato oggi al congresso Attualità in Senologia in corso a Firenze il professor Luigi Cataliotti, oncologo chirurgo di fama (è presidente della Società Europea di Senologia), che con la sua equipe dell’ospedale fiorentino di Careggi opera ogni anno dai 500 ai 600 tumori al seno.
“L’oncoplastica”, ha spiegato, “ormai è una realtà importante.

Da quando si è capito quanto sia essenziale l’aspetto estetico per l’equilibrio psicofisico della donna, sono state sviluppate tecniche raffinate d’intervento e di ricostruzione del seno. La chirurgia plastica è perciò parte irrinunciabile del trattamento chirurgico del tumore. Le donne non hanno più motivo di aver paura”.
Grazie agli screening di massa (in Toscana coinvolgono il 90% della popolazione femminile), oggi è possibile intercettare la malattia fin dalle fasi iniziali.

Di conseguenza, laddove è necessario, l’intervento del chirurgo è per lo più di tipo conservativo. “Ciò nonostante”, ha ricordato Cataliotti, “il 15% dei tumori che incontriamo hanno dimensioni superiori ai 2 centimetri, ovvero sono vecchi almeno 8 anni. Se questo accade a Firenze dove lo screening è diffusissimo, figurarsi altrove”.
Nelle unità operative all’avanguardia in Italia, gli interventi chirurgici conservativi rappresentano oltre il 75% del totale e la metà vengono comunque trattati dal chirurgo plastico per rimodellare il seno.

Per il 25% di interventi demolitivi, dove è necessario togliere la mammella, la maggior parte delle pazienti chiede in ogni caso la ricostruzione del seno.
E’ il segno che le donne hanno in gran parte accolto con grande favore le novità della chirurgia oncoplastica, ormai in grado di conservare quasi sempre gli elementi caratterizzanti la mammella, cute e complesso areola-capezzolo.
Il problema, ha ricordato Cataliotti, è che questo tipo di approccio è presente soltanto nei maggiori centri e che molte pazienti non sanno ancora niente o pochissimo della chirurgia oncoplastica o comunque non se ne fidano.

Al punto che, per timore della mutilazione, molte non fanno analisi se non quando è troppo tardi.
E’ dunque necessario diffondere queste informazioni, così come assicurare in ogni pool di specialisti la presenza del chirurgo plastico accanto al collega oncologo. A Firenze l’Istituto Toscano Tumori sta lavorando perché questo venga garantito in tutta la regione.
L’obiettivo è infatti di offrire a tutte le pazienti le soluzioni più valide per raggiungere il massimo della radicalità oncologica con il miglior risultato estetico.

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