Marmo italiano: aumenta l’export ma scende il valore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 novembre 2005 14:54
Marmo italiano: aumenta l’export ma scende il valore

Carrara- Nel periodo gennaio - luglio 2005 l’Italia ha esportato complessivamente 2 milioni e 890 mila tonnellate di marmi e graniti, grezzi e lavorati, per un valore di 1 miliardo e 10 milioni di euro, con un aumento del +3,3% in quantità e una diminuzione del –1,9% in valore sullo stesso periodo dello scorso anno (vedi tavola allegata). Lo rende noto l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara che, dopo le consuete elaborazioni statistiche su base Istat, e grazie al confronto con le proprie banche dati “storiche”, rileva che la crescita delle quantità esportate è da attribuire principalmente all’aumento delle esportazioni di materiali grezzi a basso valore aggiunto come granulati e polveri di marmo (+16,2% sui volumi e il +20,8% sui valori) rispetto ai primi sette mesi del 2004.

Se le valutazioni si limitano alle sole voci relative a blocchi, lastre e lavorati di marmi e graniti e porfidi, i confronti diventano quasi tutti negativi e la somma delle esportazioni registra un –2,6% sui volumi e sui valori.

Le voci che hanno contribuito in senso positivo sono state diverse: per le quantità esportate è stato decisamente migliore l’andamento di blocchi e lastre non lucidate tanto per il marmo quanto per il granito (entrambi con aumenti di oltre il 5%); per i valori, invece, buona la performances dei graniti lavorati di altissima qualità (523.000 tonn, per oltre 426 milioni di €uro, con un +0,6% in valore).

In crescita le quantità totali esportate verso Nord Africa (+17.90%) Europa comunitaria (+3,16%) e non comunitaria (+2,78%), stabile il Medio Oriente.

È migliorato il valore medio per tonnellata esportata verso l’Europa non comunitaria, verso il Nord America (+3,5% sui valori medi delle voci maggiori), con novità positive per le esportazioni da confermare nel futuro e verso l’Estremo Oriente (+12,3% a tonnellata) area dove il marmo, soprattutto lavorato, ha un trend migliore rispetto al granito.La cosa non sorprende perché in quest’ultima area si trovano alcuni tra i maggiori produttori mondiali di granito, come Cina e India. Nel complesso, però scendono, anche se di poco, le nostre esportazioni verso mercati tradizionalmente “Italy oriented” e importanti anche per la loro redditività.



Nell’ambito dell’Unione Europea, ormai a 25 Paesi, la Germania resta lontana dagli standard di importazioni e consumi degli scorsi anni (ma fa registrare egualmente un import complessivo di oltre 480 mila tonnellate per quasi 145 milioni di euro), mentre nell’area nordamericana cresce l’export di lavorati in granito, che si comporta meglio del marmo nel raffronto sui valori rispetto al 2004. Cresce, invece, e vivacemente, l’export italiano verso l’India: pur su quantità contenute (44.000 tonnellate per 10 milioni di €uro con un +35%), è un segnale di vitalità negli scambi con un paese “difficile” in altri momenti.

Le statistiche relative alle importazioni (importanti perché consentono di valutare gli approvvigionamenti in relazione al portafoglio ordini delle aziende) fanno registrare una leggera contrazione per le voci più importanti: l’Italia ha importato complessivamente 1.450.000 tonnellate di marmi e graniti (esclusi granulati e polveri), per quasi 292 milioni di euro (vedi tavola allegata).

Si registra un leggero calo sui volumi complessivi (-1,52%) di materiali importati, e un minimo aumento sui valori per alcune importazioni, come quelle di lavorati di marmo e granito dall’India. I maggiori fornitori restano, oltre all’India, la Turchia (in calo sui volumi), la Spagna e il Brasile (solo per i graniti).

Una riflessione a parte merita il trend delle importazioni italiane dalla Cina che per la prima volta hanno superato le esportazioni: in totale 108 mila tonnellate per poco più di 22 milioni di euro.

Sono quantità ancora modeste e “discutibili”, per le frequenti triangolazioni commerciali con Hong Kong, ma il fatto impone alcune riflessioni perché il saldo con le esportazioni italiane di marmo lavorato è a favore della Cina. E’ una conferma che sta cambiando complessivamente il ruolo dell’Italia e la sua collocazione nel mercato internazionale delle pietre ornamentali. L’Italia da importatore di sola materia prima che si affiancava alle produzioni nazionali per soddisfare i consumi interni e le esportazioni di lavorati, ha aumentato progressivamente l’export di materia prima ed è divenuta “cliente” di produttori stranieri di lavorati la cui qualità è ancora su livelli molto contenuti, ma destinati verosimilmente ad aumentare.

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