Societa' della Salute: al via il programma per lo screening per il carcinoma del colon-retto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 ottobre 2005 14:57
Societa' della Salute: al via il programma per lo screening per il carcinoma del colon-retto

Far funzionare lo screening per il carcinoma del colon-retto anche a Firenze, mai inserito nel programma dell'Azienda sanitaria fiorentina a differenza del resto del territorio di riferimento. E per raggiungere questo importante obiettivo, sperimentare una modalità nuova che vede il coinvolgimento diretto dei medici di famiglia.
Lo screening del colon retto viene eseguito attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci, un intervento efficace nel ridurre la mortalità per cancro di questo segmento intestinale.

Sul territorio dell'Azienda sanitaria fiorentina è in corso ormai da qualche anno un programma di screening che riguarda la popolazione maschile e femminile di età compresa fra i 50 e i 70 anni. Uno screening che copre il 23% del target (220.000 persone da testare ogni 2 anni) ma fino ad oggi ha escluso i residenti a Firenze.
In dettaglio con il nuovo programma, che sarà attivo tra qualche giorno, il kit sarà consegnato e ripreso direttamente dai medici. L'obiettivo è coinvolgere, su base annua, oltre il 50% degli assistiti che costituiscono popolazione bersaglio (circa 98.000 persone, fino ad oggi mai raggiunte da uno screening organizzato e sistematico); questo equivale a contattare 27.000 persone in un anno.

L'organizzazione prevista vede una prima fase della durata di 8 mesi in cui il medico di medicina generale consegna il test in ambulatorio in occasione di un qualsiasi contatto con un proprio assistito nella fascia d'età interessata dallo screening. Nei quattro mesi successivi, il medico contatta con un invito mirato coloro che non sono stati raggiunti nella prima fase. A Firenze sono stati selezionati 41 medici di medicina generale e circa 16.000 cittadini; a questi vanno aggiunti gli oltre 10-11mila residenti che il Cspo sta già contattando direttamente e che effettueranno lo screening secondo la vecchia procedura (ovvero con il ritiro e la riconsegna del kit presso il Cspo).


Secondo i dati dello screening effettuato dall'Azienda sanitaria nel resto del territorio di sua competenza, infatti, quasi il 13% (ovvero il 12,9%) dei soggetti risultati positivi rifiuta di proseguire con gli accertamenti nonostante che questo possa tradursi in un serio rischio per la salute.
Il prossimo passo è arrivare alla definizione di un protocollo di sorveglianza dei soggetti in cui il rischio è maggiore rispetto alla media perché un loro familiare è stato colpito da cancro al colon retto.

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