Lettera aperta al Sindaco Domenici sui senza fissa dimora

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 giugno 2005 14:00
Lettera aperta al Sindaco Domenici sui senza fissa dimora

Un gruppo di associazioni di volontariato, attive da anni a fianco delle persone senza fissa dimora, contesta decisamente la recente ordinanza del Sindaco di Firenze in materia di residenza e percorsi di inclusione sociale. In particolare si constata come l’ordinanza non recepisca in alcun modo le indicazioni delle associazioni, ma anzi vanifichi il lavoro svolto fin qui, subordinando inoltre il diritto alla residenza alla verifica della “buona condotta”. Qui di seguito il testo integrale della lettera aperta al Sindaco Domenici, sottoscritta da: ADM, Gli Anelli Mancanti, Il Muretto, l'Aurora, Periferie al Centro/Fuori Binario, Ronda della Carità, Casa dei Diritti Sociali, Comunità dell’Isolotto - CEP, Fondazione Devoto, Fondazione Michelucci.

Le persone senza l'iscrizione anagrafica sono "NON PERSONE", perché di fatto si vedono negati i diritti basilari sanciti dalla Costituzione Italiana: la possibilità di beneficiare della pensione, dell'istruzione,del sistema sanitario nazionale, di una regolare assunzione lavorativa e non ultimo il diritto al voto.
Per questa ragione: in questi ultimi dieci anni un gruppo di Associazioni (denominato "Cartello per le Residenze") mettendo a disposizione le proprie sedi ha consentito l'Iscrizione Anagrafica a quei cittadini che potevano dimostrare, attraverso la frequentazione delle sedi delle associazioni, la loro presenza sul territorio comunale.
Queste stesse Associazioni hanno constatato che le persone si sono avvalse di questa opportunità per ritrovare visibilità, uscendo dalla clandestinità forzata e dimostrare con dignità la propria identità.
L'Iscrizione Anagrafica serve:
- a ritrovare visibilità
- a uscire dal lavoro sommerso
- a ottenere il riconoscimento della pensione per l'anziano solo
- a esercitare il diritto alla difesa (conoscendo con la notifica gli atti pendenti)
Il servizio svolto dalle Associazioni (esclusivamente con lavoro volontario) ha permesso, in definitiva, di fare riprendere in mano la propria vita alle persone, favorendone l'autopromozione.
Inoltre, anche se può apparire secondario, un recapito individuabile e costante ha consentito in molti casi di recuperare relazioni affettive familiari e amicali.

La Sua Ordinanza
Al primo punto, non solo cancella l'esperienza acquisita, ma rende impossibile l'iscrizione anagrafica per la maggior parte delle persone che ne fanno richiesta.
Un luogo stabile quale era, per esempio, la sede delle Associazioni permetteva di ovviare alla difficoltà soggettiva del così detto "accertamento".
Inoltre la creazione di una via virtuale fa perdere quella possibilità, per il cittadino, di ricevere la posta e, di conseguenza, di riallacciare rapporti interpersonali.
Al secondo punto prevede la selezione di un esiguo numero di persone che, a seguito di un programma sociale e della verifica del loro comportamento, riduca il diritto alla Residenza a una discrezionale concessione premiale.
Infine si legge di un avvenuto confronto con le Associazioni, che avrebbe portato alla definizione di questa nuova procedura.

Di fatto tale percorso è stato più volte contestato dalle Associazioni che, in uno spirito di collaborazione che ritenevano reciproco e costruttivo, hanno inoltrato delle proposte, completamente ignorate dalle Istituzioni.
Il permanere di questa Ordinanza incrina il rapporto di collaborazione che il Volontariato ha sempre offerto al Comune, volto soprattutto a mantenere vivo il desiderio di democrazia e di partecipazione attiva.
Pertanto ribadiamo che è necessario:
1) Tenere ben distinti il DIRITTO ALLA RESIDENZA dall'eventuale percorso sociale.
2) Stabilire insieme le possibilità e modalità di accertamento della presenza sul territorio dei richiedenti la residenza.
3) Salvaguardare il diritto di ricevere la corrispondenza personale attraverso un luogo reale dove trovare la posta; per esempio presso la sede dei Quartieri fiorentini.

Le Associazioni rappresentano e tutelano le persone più fragili.

Auspicano pertanto un ripensamento di questa Ordinanza, indispensabile per il mantenimento di una reale partecipazione democratica e di un confronto attivo.

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