L’ACI festeggia i suoi 100 con un documento sulla Mobilità Responsabile

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2005 13:17
L’ACI festeggia i suoi 100 con un documento sulla Mobilità Responsabile

Firenze, 27/06/2005- L’ACI festeggia 100 anni. Ma non si limita ad una festa di compleanno. In questo secolo di vita, infatti, l’obiettivo dell’Associazione è stato quello di assecondare lo sviluppo dell’automobilismo nazionale e di affiancarlo con una gamma di servizi. Oggi, all’inizio dei suoi secondi 100 anni, l’ACI si interroga sul futuro alla luce della situazione presente. Viene infatti presentata, da parte dell’ACI un “Manifesto” che enuncia alcuni canoni di comportamento condensati in una nuova “parola d’ordine”: Mobilità Responsabile.

Un documento che traccia le linee per un etica della mobilità. Non solo una carta d’intenti, ma la messa in pratica, con l’attesa e la verifica di risultati tangibili, che nessuno è “parte terza” nei problemi della strada. Problemi di cui ognuno può essere vittima o causa, come dimostra il fatto che oltre il 90% degli incidenti rilevati ogni anno è dovuto al fattore umano. O dati preoccupanti come quello che ci segnala come il 30% dell’inquinamento complessivo è dovuto al traffico.

I problemi non richiedono più soltanto nuove regole, bensì un supplemento di coscienza collettiva che si esprima in un principio etico, come tale condiviso, proprio perché sono in gioco valori fondamentali da conciliare, quali la libertà, la salute, la stessa vita. Si tratta di un passaggio epocale, ideologico, dalla tecnica, con il concetto di “sostenibilità”, a quello di responsabilità che si rivolge alla morale di ogni automobilista, ma, più in generale, di ogni individuo.
Il suo “lancio” odierno, che impegna nello stesso istante 106 Automobile Club in un grande momento unitario di comunicazione sull’intero territorio nazionale, costituisce anche il punto di partenza di una vasta azione di diffusione che coinvolgerà Autorità, Istituzioni, famiglie, operatori, utenti in un grande sforzo di trasformazione delle sensibilità e dei comportamenti coerenti con la Mobilità responsabile nelle sue molteplici declinazioni.

Quanto ai contenuti, si parla anzitutto di “nuova capacità di guida” che si richiede al singolo cittadino automobilista o, comunque, utente di mobilità, intendendo proprio sottolineare che quella che, fino ad oggi, è stata solo una capacità tecnica, deve trasformarsi nella capacità di manifestare il senso di responsabilità che occorre avere verso di se e verso gli altri.
Poi, partendo dalla constatazione che muoversi significa entrare in relazione con gli altri, si esorta a vivere la propria mobilità non come impulso alla competizione, bensì come occasione di confronto e di rispetto, scegliendo questa dimensione etica del rapporto verso gli altri, piuttosto che quella autoappagante che porta a rischiare di prevaricare gli altri.

Si sottolinea che questa responsabilità collettiva è l’unica solida base per qualsiasi progetto di sviluppo sostenibile, capace, cioè, di affrontare con speranza di successo i problemi della congestione, della qualità della vita, della sicurezza. Come tale, un progetto che coinvolge tutti, che non emargina nessuno, soprattutto le utenze deboli e le minoranze, che non criminalizza nessuno, che non cala dall’alto come imposizione autoritaria. Sul fronte tecnologico non è possibile prescindere dal supplemento di responsabilità che l’innovazione richiede, se non vuole essere ulteriore fattore di criticità.

Quanti sono impegnati sul mercato di questi apparati debbono farsi carico delle conseguenze generate dal loro utilizzo e avanzare soluzioni di integrazione fra tecnica e comunicazione, orientate alla piena sicurezza degli utenti. Un percorso che vedrà l’ACI nel suo complesso, fortemente impegnato, confermando il cammino intrapreso verso una sua funzione prevalentemente rappresentativa che si esprimerà sia nello stimolo e nel controllo verso l’operato dei decisori, sia nella diffusione della cultura della Mobilità responsabile verso le famiglie, i giovani, gli operatori.

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