Per i referendum del 12 e 13 giugno il diritto di voto non e' garantito per tutti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 giugno 2005 15:13
Per i referendum del 12 e 13 giugno il diritto di voto non e' garantito per tutti

Firenze, 1 Giugno 2005- Si tratta di una questione importante e delicata nello stesso tempo, perche' essere messi in condizioni di esprimersi nel momento piu' importante di una democrazia -la formazione del consenso- non e' roba da maniaci della partecipazione. In un contesto in cui la campagna per il non-voto e' massiccia, con in prima fila persone che, svolgendo funzioni pubbliche e/o di culto religioso, danno questa indicazione violando la legge (art.51 della legge 352/1970 che disciplina i referendum), il dovere delle istituzioni nei confronti di questo diritto diventa determinante.
Ma per coloro che per altri motivi non potranno essere al loro seggio in quei due giorni, cosa succede? Semplicemente non votano.

Coloro che sono interessati non sono pochi, e i motivi per cui non possono votare sono validi quanto quelli dei militari e dei detenuti, per esempio, ma per loro lo Stato e' assente. Stiamo parlando di:
- malati che, dalle loro abitazioni in cui sono costretti, sono intrasportabili ai seggi (quelli trasportabili possono fare richiesta ai servizi di pubblica assistenza);
- studenti universitari fuori sede che proprio nei giorni in cui si tengono le votazioni hanno in corso gli esami (il rettore dell'Universita' di Siena aveva fatto un appello perche' si bloccasse l'attivita' didattica in quei giorni per consentire il voto, ma ci pare che sia rimasto ampiamente inascoltato);
- lavoratori in ferie che, con lo scaglionamento delle stesse, sono obbligati ad assentarsi in questo periodo;
- lavoratori in genere che, in un periodo di attivita' economica comunque viva, sono impegnati altrove (per esempio la Fiera orafa di Vicenza che proprio in quei giorni vede l'impegno di migliaia di persone che vengono dal resto d'Italia).
Per alcune di queste persone c'e' una possibilita': farsi nominare rappresentanti di lista ai seggi da parte dei comitati promotori dei referendum o di uno dei partiti presenti in Parlamento, ed essendo un collegio unico nazionale, il voto e' consentito senza alterazione dei risultati finali.

I Verdi per Impruneta organizzano nei prossimi giorni due tavoli informativi sui referendum per la modifica della legge sulla "fecondazione medicalmente assistita", la cui votazione si terrà domenica 12 e lunedì 13 giugno.
I Verdi saranno quindi in piazza durante le giornate di mercato settimanale: Sabato 4 giugno a Impruneta in Piazza Buondelmonti, dalle 9 alle 13; Mercoledì 8 giugno in Piazza a Tavarnuzze, dalle 9 alle 13.
A sostegno dei "4 SI" a quesiti referendari, saranno distribuiti materiali informativi sia del comitato nazionale sui referendum che altri curati dai Verdi, come lo speciale di "Notizie Verdi" sull'argomento, dal titolo "Le ragioni del SI".

Ieri, martedì 31 maggio si è svolta presso il circolo “Il Torrione” di COlle Valdelsa un’iniziativa pubblica sul tema del referendum sulla procreazione medicalmente assistita del 12 e 13 giugno con la partecipazione di Rosanna Pugnalini, funzionario regionale Ds, Bianca D’Amato, medico-ginecologo dell’ospedale di Campostaggia, Alessandra Topini, membro del Comitato per il Sì provinciale di Siena e Lorenzo Galardi, infermiere presso l’ospedale di Campostaggia.
Gli interventi dei relatori si sono focalizzati sull’importanza del referendum per riaffermare la laicità dello Stato senza voler ridurre la questione a una semplice battaglia fra laici e cattolici.

“Questa legge – ha sottolineato Alessandra Topini – limita fortemente la ricerca e questo ha conseguenze gravissime per tutti, mentre lo Stato dovrebbe garantire ai cittadini il pluralismo etico e culturale su temi di grande importanza come questo”.
“La legge 40 del 2004 – ha ribadito Bianca D’Amato – propone principi contraddittori e non risponde all’esigenza di regolare la materia della procreazione medicalmente assistita, ma piuttosto vieta e vincola gli stessi medici a rispettare delle rigide procedure mediche.

Questo è un precedente grave che mette in discussione il rapporto fra scienza e coscienza che sta alla base della professione di un medico e che ha come primo obiettivo la tutela della salute del paziente”. Di particolare rilievo anche il riferimento alla fecondazione eterologa, alla diagnosi preimpianto per tutelare la salute del nascituro e all’utilità delle cellule staminali embrionali per la ricerca scientifica “separando - ha detto D’Amato – il giudizio scientifico da quello etico”.


I concetti alla base del referendum sono stati ribaditi anche da Rosanna Pugnalini che ha sottolineato l’importanza di andare a votare per sconfiggere l’invito all’astensionismo che sta venendo dal fronte del No. “In occasione di questo appuntamento referendario – ha affermato Pugnalini – è importante parlare ai cittadini in modo trasversale perché non si tratta di votare per un partito ma di affermare la laicità dello Stato e una serie di diritti che riguardano ognuno di noi”.

“Si tratta infatti – ha continuato il funzionario regionale Ds – di aiutare le coppie sterili dal momento che la sterilità è divenuta ormai un problema sociale, di favorire la ricerca per curare malattie gravi e di tutelare la salute delle madri e dei loro bambini. La fase embrionale è comunque vita, ma non possiamo accettare l’equiparazione di questa vita a quella della persona umana”. “Oggi – ha concluso Pugnalini – siamo di fronte a un referendum per regolare una materia importante e per evitare che vengano messi in discussione diritti che abbiamo ormai acquisito da tempo, come ad esempio sulla questione dell’aborto.

Non possiamo correre il rischio di fallire non riuscendo a raggiungere il quorum. Per questo è necessario l’impegno di ognuno di noi per informare tutti dell’importanza di questo referendum”.

Una sala gremita e un pubblico attento hanno caratterizzato l’iniziativa che si è tenuta ieri, lunedì, presso la Saletta dei Mutilati, a Siena e che ha visto fronteggiarsi le ragioni del Sì e quelle del No in vista del referendum del 12 e 13 giugno. Sono intervenuti all’incontro, tra gli altri, Giorgio Tonini, senatore Ds – Cristiano Sociali; Paolo Del Prato del Comitato Scienza e Vita e Giuseppe Morgante, ginecologo presso il centro sterilità de Le Scotte.
Giuseppe Morgante ha introdotto l’iniziativa spiegando il percorso di cura che una donna deve seguire per sottoporsi alla fecondazione medicalmente assistita.

Morgante ha poi parlato della sua esperienza come ginecologo e di come le donne vivono la difficile condizione della sterilità.
Giorgio Tonini, senatore dei Ds – Cristiano Sociali ha fatto un intervento a trecentosessanta gradi sull’importanza del referendum ed ha ripercorso l’iter storico della nascita della tecnica della procreazione medicalmente assistita. “Molti – ha affermato Tonini - dicono che il referendum affronti tematiche troppo difficili e poco comprensibili per i cittadini.

A mio avviso, in passato, siamo stati chiamati alle urne per risolvere temi ancora più complessi, come i processi economici. Il nostro compito è quello di spiegare agli elettori l’importanza di questo referendum, puntando sulla comprensibilità dei concetti e sulla semplificazione del linguaggio. I cittadini hanno il diritto – dovere di dare il loro voto e il referendum è un modo per partecipare direttamente alle scelte del nostro paese”
Tonini ha poi ripercorso la storia della fecondazione medicalmente assistita soffermandosi sulle tema della ricerca e delle cellule staminali.

“Questo tipo di cellule – ha detto il senatore – può rappresentare una delle più grandi innovazioni in campo scientifico contro gravi malattie, attualmente incurabili, come il Parkinson, l’Alzheimer e forme tumorali. La ricerca sulle staminali può essere paragonata per importanza storica, economica e sociale al ruolo che ha avuto in passato la ricerca sul nucleare e sulla microelettronica. Oggi l’umanità si trova ad affrontare molteplici questioni morali e per questo non dobbiamo farci prendere dal panico ma serve prudenza e occorre rimanere uniti per seguire una strada comune.

La risposta italiana a questo tipo di sfide non è stata all’altezza perché con questa legge abbiamo deciso di stare fuori dalla ricerca”.
“La legge 40 – ha continuato Giorgio Tonini - è stata motivata da questioni etiche e, a mio avviso, esiste una differenza sostanziale tra etica e diritto: l’etica può chiedere alla donna cose che la legge non può imporre. La norma della legge sulla procreazione che meglio ne rivela la natura puramente ideologica è quella che impone alla donna l’obbligo di farsi impiantare gli embrioni creati su sua richiesta.

Un obbligo del genere contraddice uno dei principi fondamentali della civiltà giuridica secondo cui nessuno può essere costretto a fare qualcosa contro la sua volontà, neppure la legge. Per divenire individuo, l’embrione ha bisogno dell’accoglienza in un corpo di donna e quindi la sua vita dipende dall’accettazione che ne fa un’altra vita. Sotto il profilo etico è importante difendere l’embrione ma questo non vuol dire che possiamo imporlo e tradurlo in diritto perché cadremmo in una serie di contraddizioni”.


Tonini ha concluso l’intervento parlando dell’astensione. “L’astensione è legittima ma in questo caso il No travestito da astensione è contestabile. Inoltre, se il fronte del no confluisse in quello a favore dell’astensione verrebbe meno la segretezza del voto perché chi va a votare verrebbe schedato come favorevole al Sì. In scienza e coscienza per il bene del nostro Paese e per il bene della comunità è un bene che vinca il Sì. La vittoria del Si segnerebbe un avvio del procedimento per modificare la legge”.

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