Diretto quasi a quattro mani,, con lo scopo di non tradire lo spirito di Frank Miller autore del graphic novel da cui è tratto, Sin City è la scintillante celebrazione della vittoria della forma sulla sostanza. In un argenteo e stilizzato bianco e nero, realizzato quasi esclusivamente su green screen (à la Lucas, per intenderci) e macchiato qua e là di colori quasi simbolici, questo ipertrofico fumetto animato è l’apoteosi dell’estetica del “pulp” portata a livelli che Tarantino, guest director, ha solo sfiorato.
Il poliziotto debole di cuore (Bruce Willis), il rubacuori dalla mente ottenebrata (Clive Owen), il fuorilegge dal cuore d’oro (Mickey Rourke) hanno tutti a che fare con numerose, avvenenti, e lascive fanciulle che, ovviamente, sono loro muse e ispirazione. Il cast è stellare quanto l’azione e lo spargimento di sangue: le starlette poco più che adolescenti e appropriatamente poco vestite si sprecano, e i loro nomi si sovrappongono quasi quanto le loro biografie e i la loro generale inattitudine alla recitazione.
                           Veloce, divertente e pieno di difetti, Sin City resiste ogni definizione, schiva ogni categorizzazione legata ai canoni classici, e si offre al suo pubblico come opera unica e irripetibile. Se  il fumetto da  cui  tratto  è  considerato un  capolavoro,non altrettanto  ci  sembra di  poter  dire  del  film, che  divertirà  molti  , si farà apprezzare  per  la fotografia  ma  deluderà , soprattutto  gli estimatori di Frank Miller
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