Lello Vitello e i Soliti Gnocchi live:
altro che la solita minestra!

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 marzo 2005 08:21
Lello Vitello e i Soliti Gnocchi live: <br>altro che la solita minestra!

Ieri sera al Porto di Mare(ex Eskimo) di Firenze si sono esibiti Lello Vitello e i Soliti Gnocchi. Questo è il nome della band di Raffaele Masi, colonna portante del rock demenziale fiorentino (per una presentazione più completa dell'artista si rimanda al link a fondo pagina) degli ultimi quindici anni. Davanti a un pubblico putroppo non molto numeroso (ma comunque molto ricettivo) il combo ha tirato fuori una grinta fuori dal comune e una preparazione tecnica davvero notevole, molto migliore di quella che uno si aspetterebbe da un gruppo demenziale. Questo non può che far piacere, visto che i celeberrimi Skiantos (altrettanto dissacratori quanto i Soliti Gnocchi) non hanno mai brillato per tecnica strumentale. L' ora (e poco più) di concerto è veramente volata, attraverso i grandi classici del repertorio solistico di Masi, per l'occasione riarrangiati dall'intera band. E allora ecco apparire tra le note, storie di vita fiorentina di tutti i giorni, storie di persone in coda davanti ai Gigli ("Campi Roads"), storie di "vigilini", di "ovonde" e di assessori ("Cioni Rap"), di linee dell'ATAF ("35").

O ancora racconti surreali di improbabili rapporti via telefonino ("Amore in SMS"), storie di fantasia ("Ho Incontrato gli Alieni"), storie un po' tristi ("L'Hai Pestata") e di nuda attualità ("Gastone"), tutte però cantate con il sorriso sulle labbra e con la voglia di divertirsi (e di far divertire). Non è mancata una rilettura in chiave odierna de "La Teresina"! Il tutto è stato ovviamente orchestrato alla perfezione dal gruppo di Lello, ovvero dal preciso e potente Johnny Tortello alla batteria (colonna portante degli Ahmed Elman), dal tecnico Doc Scotenna al basso (a cinque corde) e dal trascinatore-improvvisatore-fisarmonicista pisano Joe Zarlingo alle tastiere e alla fisarmonica. Alla fine del concerto è mancato all'appello il classico dei classici di Lello Vitello: quella storica "Ciao Mio Bel Ciao", rilettura dissacratoria di "Bella Ciao", scritta dal nostro anni fa e poi portata in giro da Tonio Scatigna e La Gatta da Pelare. Alla fine dei conti, è inutile nascondere l'evidenza che Lello Vitello e i Soliti Gnocchi siano una bella realtà sopra la spesso stagnante scena musicale fiorentina.

Una boccata d'aria fresca, sicuramente. A questo punto non rimane al gruppo che riuscire a richiamare folle più grandi. Per il resto, va bene così. Bravi. Marco Lastri

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