Franco Battiato domani sera al Saschall:
torna a Firenze la Voce del Padrone

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2005 15:49
Franco Battiato domani sera al Saschall: <br>torna a Firenze la Voce del Padrone

Tutto si può dire di un artista come Franco Battiato, e si possono appoggiare o meno le sue scelte musicali. Lo si può criticare o amare, e il pubblico italiano è sempre stato molto diviso tra queste due correnti di pensiero. Tuttavia per qualcosa in particolare bisogna ammirare in modo incondizionato il musicista siciliano, e cioè per il grande coraggio artistico, la voglia di sperimentare e la voglia di affrontare percorsi sempre diversi, anche al limite. Chiamarsi Franco Battiato significa aver iniziato la propria carriera nei primi anni settanta con lavori difficili, volti al rock progressivo più sperimentale (“Fetus”, “Pollution” e “Sulle Corde di Aries”) o ancora più introspettivi, ai limiti del rumorismo e della musica minimalistica, tra Philip Glass e Stockhausen (si ascolti “L'Egitto prima delle Sabbie”).

Significa anche aver scelto a un certo punto una carriera più facile (si fa per dire), dedita a un pop d'autore iper raffinato dall'impatto di incredibile effetto. Spesso con testi ai limiti del dadaismo (oggi coadiuvati dalle liriche dell' ottimo Manlio Sgalambro). Significa aver scritto album capolavoro come “L'Era del Cinghiale Bianco”, “La Voce del Padrone”, o il più recente “Gommalacca”, e subito dopo aver cercato di shockare pubblico e critica componendo delle improbabili “messe arcaiche”.

La voglia di giocare con i suoni, con l'elettronica e gli effetti vocali ha sempre animato Battiato, che in alcuni casi è riuscito a ottenere dei risultati in modo egregio, in altri casi un po' meno. Comunque lo ha fatto sempre con grande impegno e dedizione. E' una sorta di Mike Oldfield “de noàttri” (come direbbe un ispirato Pieraccioni) Franco Battiato, che ha alternato alti (molti) e bassi (pochi in verità) artistici e di ispirazione, ma che comunque ci piace sempre ascoltare. Suonare e scrivere canzoni per più di trent'anni può essere un lavoro duro.

Specialmente se la musica che si propone ha un certo impatto stilistico ed emotivo.E il cantautore siciliano è sempre riuscito a portare avanti il suo impegno contro tutto e tutti, riuscendo a far produrre anche in questi ultimi anni (famosi per la banalità delle canzoni che passano alla radio) dei lavori onestamente difficili, dall'impatto davvero a lungo raggio, e decisamente non per tutte le orecchie. Eh già, Franco Battiato è una testa dura: ce ne fossero di più di musicisti della sua risma in Italia! Si avrebbero meno “fenomeni da baraccone” coi loro “capitani uncino” e le loro “vespe cinquanta special”, e, lasciatemelo dire, molti più artisti veri e sinceri. E poco importa se nei primi anni ottanta il nostro disse a una puntata di “Mister Fantasy”, trasmissione Rai condotta da un giovane Massarini, coadiuvato da un meno giovane Fegiz, una frase del tipo: "In questo momento ho più interesse per Amanda Lear che per Stockhausen!", e subito dopo la regia mandò in onda l'inguardabile (ma chi era il regista?) video di “Bandiera Bianca”. Oggi Battiato, con più anni ed esperienza sulle spalle, guarda avanti, verso uno stile di musica sempre più impegnato, con molto gusto e con un occhio verso i giovani talenti (si veda la collaborazione col cantautore Pippo Pollina, oppure la partecipazione all'ultimo album di Battiato di Cristina Scabbia, giovane singer dei gothic-metallari Lacuna Coil). Molto più posato rispetto al passato, e con molto meno “aplomb” di qualche anno fa, Battiato potrà piacere o non piacere (certo, le sue cover nei vari “Fleurs” hanno trovato più di un detrattore, non ultima la PFM, ...che tra l'altro ha ricambiato il favore!), però io continuo ad ascoltarlo e a comprare i suoi dischi, perché il signore in questione ha ancora molto da dire.

La musica che scrive è tutt'altro che banale, ed è spesso molto godibile, per chi ama le sperimentazioni un po' ardite nell'ambito del pop d'autore. Domani sera Battiato sarà al Saschall per la sua data fiorentina del “Dieci Stratagemmi Tour 2005”. Per quelli come me, che hanno amato tutte le fasi artistiche del cantautore, sarà un appuntamento da non perdere. Ma anche tutti gli altri sono invitati a parteciparvi, perché, com'è noto, Battiato dal vivo riesce a rendere molto di più che su disco, dove la sua arte a mio avviso non è mai risaltata come sarebbe necessario. Marco Lastri

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