Il quadro del settore della pelletteria della provincia di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 gennaio 2005 23:52
Il quadro del settore della pelletteria della provincia di Firenze

Dalle rilevazioni dell’Osservatorio congiunturale artigianato e piccola impresa del secondo semestre 2004, redatto in compartecipazione tra Cna Firenze e la Camera di Commercio di Firenze, si registra un consolidamento della tendenza positiva rilevata nel precedente rapporto. Questa indagine vuole tracciare un quadro puntuale sull’evoluzione e sullo stato di salute del comparto della pelletteria artigiana, sottolineando sia i risultati positivi conseguiti dal punto di vista del fatturato e dell’andamento degli ordini ricevuti che le note meno positive, rappresentate da aspettative a breve termine, investimenti e dinamica occupazionale.

Per quanto riguarda la dinamica del fatturato, si registra un segno positivo (+10,77) che convalida la tendenza rilevata nei due semestri precedenti, ovvero nel secondo semestre 2003 (+13,56%) e nel primo semestre 2004 (15,38%). Questi dati evidenziano il consolidamento della fase positiva, ma nello stesso tempo registrano anche un appannamento ed una perdita di slancio del comparto.
Per l’andamento degli ordini, prosegue la situazione positiva (+12,31%) rilevata sia nel secondo semestre del 2003 (+22,03%) che nel primo semestre del 2004, quando il segno positivo raggiunse quota 15,38%.

Tra i punti critici che si evidenziano ci sono le aspettative a breve termine, che rappresentano probabilmente il maggiore pensiero per le aziende, che rischiano di rimanere “prigioniere” del risultato di una situazione congiunturale diversa da quella descritta nel primo rapporto del 2004 ed attualmente tendente ad essere stazionaria.
Per quanto riguarda la struttura economico-finanziaria, le aziende monitorate dal rapporto hanno evidenziato notevoli problemi nel riscuotere quanto dovuto per il loro lavoro, con il conseguente aumento nei loro confronti delle richieste di dilazione e del fenomeno degli insoluti.

Nel rapporto si rileva un aumento di difficoltà anche sul versante della liquidità.
Per quanto riguarda il rapporto con il credito, si evidenzia l’aumento dei prestiti a medio breve termine (18-60 mesi) ed il leasing destinato ad investimenti nella produzione, nella commercializzazione e nella gestione.
Segno negativo viene registrato per l’indicatore degli investimenti, anche se il dato non desta sorprese. Si assiste alla divaricazione tra le aziende in conto terzi, che investono nella sostituzione di macchinari o strumenti di lavoro, e le aziende in conto proprio che preferiscono invece investire nella commercializzazione di prodotti (partecipazione a fiere, creazioni siti web, ect).
Anche se per gli ordini ed il fatturato si registra un saldo positivo, sul versante occupazionale si notano diminuzioni di una certa entità, anche se la propensione ad occupare, in questa prima parte del 2005, dovrebbe – secondo le previsioni – riassorbireil deficit.
Anche sul fronte dell’occupazione, l’analisi si presenta comunque dicotomica: da una parte c’è un gruppo di aziende che riesce a muoversi in uno scenario di semplice “ricambio”, compensando le perdite occupazionali del 2004 con nuove ingressi nel primo semestre del 2005; dall’altra, un gruppo di aziende che ha deciso di tenere il personale “decurtato”.
In conclusione, il quadro generale presentato dal rapporto risulta estremamente frammentato: a fronte di aziende che riescono ancora a mantenere un livello lavorativo soddisfacente, ce ne sono altre che sono costrette a fere costantemente i conti con le difficoltà del rapporto costi ed i ricavi, senza contare la realtà di coloro che non riescono a uscire dalla spirale negativa.

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