La citta' ricorda il compositore Dallapiccola, concerti e un convegno a partire dal 9 dicembre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 dicembre 2004 20:01
La citta' ricorda il compositore Dallapiccola, concerti e un convegno a partire dal 9 dicembre

Un convegno in Palazzo Vecchio e due concerti per ricordare Luigi Dalla piccola, a cent'anni dalla nascita (3 febbraio 1904). "Dallapiccola - ha sottolineato l'assessore alla cultura Simone Siliani- fu uno dei più grandi animatori della scena culturale della nostra città, un grande compositore che non va dimenticato e siamo felici che le istituzioni culturali della città come l'Ort, il Gabinetto Vieusseux, il cartellone del Maggio musicale, Gli Amici della musica non l'abbiamo dimenticato. Ci dispiace invece che il Ministero non abbia ricordato di costituire un Comitato nazionale per le celebrazione su Luigi dallapiccola approfittando della legge che esiste riguardo ai centenari e che in questo caso non è stata utilizzata".

Il Convegno internazionale si terrà dal 10 al 12 dicembre nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio . Studiosi di tutto il mondo ricorderanno la figura del compositore sotto vari aspetti e soprattutto dopo aver letto e approfondito le carte che lo riguardano e che sono conservate presso il Gabinetto Vieusseux Dallapiccola fu una figura guida per tutta una generazione: da Luigi Nono a Luciano Berio. Nelle opere del primo periodo Luigi Dallapiccola unisce il rigore del sistema dodecafonico (elaborato a Vienna agli inizi del Novecento da Schönberg e dai suoi allievi Berg e Webern) al recupero dei massimi valori della tradizione musicale italiana, con particolare attenzione alla melodia e al teatro musicale, trascurati da molti compositori della generazione precedente e successiva.

Con i lavori della maturità, da Goethe-Lieder e Canti di liberazione in poi, egli apporta un contributo rilevante alla definizione del metodo dodecafonico di cui è a tutti gli effetti, insieme ai Maestri viennesi, uno dei padri. Nato a Pisino d'Istria il 3 febbraio 1904 e morto a Firenze (sua città di adozione, dove era arrivato nel 1922 e dove è sempre vissuto) il 19 febbraio 1975, Dallapiccola compie senza interruzione sin dalla fine degli anni Trenta la sua ricerca dodecafonica. Vive in prima persona i drammi legati alle due guerre mondiali che hanno segnato il Novecento: nel corso della prima subisce l'internamento a Graz, a causa dell'accusa di irredentismo rivolta a suo padre Pio, preside del Liceo classico di Pisino d'Istria.

Durante la seconda deve sopportare le persecuzioni razziali contro la compagna Laura Coen Luzzatto, che sposerà di lì a poco. Uno dei meriti più rilevanti di Dallapiccola è quello di saper trasformare i propri drammi individuali in arte universale. Il suo percorso dodecafonico, sempre legato a una profonda ricerca spirituale, si svolge nel segno della produzione teatrale: Volo di notte del 1939 (sul rapporto tra felicità individuale e interesse collettivo), il balletto Marsia del 1943 (sull'umana ansia di accostarsi alla condizione divina), Il Prigioniero del 1948 (sul problema della libertà), la sacra rappresentazione Job del 1950 (dove affronta il problema del bene e del male), e infine Ulisse del 1968, che rappresenta la sua massima conquista musicale, tra i più alti traguardi del XX secolo.

Dallapiccola è legato, sin dall'arrivo a Firenze, al Conservatorio "Luigi Cherubini", in cui fu allievo negli anni 1923-1932 e docente dal 1934 al 1967. Particolarmente intenso anche il rapporto con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, dove dall'esecuzione di Partita del 1933, suoi lavori sono presenti in ogni stagione, senza interruzione fino al 1996. Nel 1974 il Sindaco di Firenze gli consegna una medaglia d'oro in occasione del settantesimo compleanno; riceve inoltre lauree honoris causa e alte onorificenze in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti, dove insegna in varie Università, e in Germania.

Dopo la morte vengono costituiti a Firenze, per merito della vedova e della figlia Annalibera, due "Fondi Dallapiccola", l'uno al Gabinetto Vieusseux, l'altro alla Biblioteca Nazionale Centrale.Oggi, a cento anni dalla nascita, la sua musica è universalmente riconosciuta come una delle pietre miliari del Novecento musicale.(lb)

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