La posizione delle Associazioni ambientaliste sulla riforma della L.R. 5/95 per il governo del territorio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 2004 18:15
La posizione delle Associazioni ambientaliste sulla riforma della L.R. 5/95 per il governo del territorio

Stamani, presso il centro culturale "Elsa Morante", a Firenze, si è tenuta la conferenza stampa, convocata in forma congiunta dalle principali associazioni ambientaliste toscane (Ambiente e Lavoro, Amici della Terra, Italia Nostra, Legambiente, LIPU e WWF) intorno alla Riforma della Legge Regionale sul Governo del Territorio. In forma schematica questa la posizione delle associazioni ambientaliste.
Sulla valutazione integrata. A nostro avviso tale definizione è fuorviante, in quanto presuppone che esista precedentemente una valutazione strategica di piani e programmi che non sia integrata dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Così non è, poiché dal 2001 esiste una direttiva europea, la 2001/42/CE appunto, "concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente". Tale valutazione prevede una procedura di valutazione degli effetti delle scelte economiche e sociali sul territorio, con un’ottica ambientale assunta come strategica. Inoltre, la nuova procedura rompe lo schema a suo tempo tratteggiato dalla L.R. 79/98 che prevedeva la seguente ripartizione: Valutazione Ambientale Strategica per gli strumenti della pianificazione (PIT, PTC, PS); Valutazione degli Effetti Ambientali per gli atti di governo del territorio (Regolamenti Urbanistici e Programmi complessi d’intervento); Valutazione d’Impatto Ambientale per gli interventi edilizi puntuali.

Per tutte le ragioni esposte, abbiamo insistito a lungo, quand’anche invano, affinché nelle disposizioni generali della valutazione integrata di piani e programmi (art.11) fosse esplicitato chiaramente il recepimento della direttiva comunitaria. Quello che siamo riusciti ad ottenere, invece è che criteri, procedure e modalità tecniche di tale valutazione siano oggetto di un apposito Regolamento attuativo, da emanarsi entro un anno solare dall’entrata in vigore della nuova legge. Infine, abbiamo ottenuto che la contemporanea riforma della L.R.49 (sulla Programmazione) precedesse la nuova legge sul governo del territorio in ordine al pieno recepimento della direttiva 2001/42/CE.
Sulle aree contigue dei parchi regionali.

Sul tema abbiamo rischiato seriamente di registrare un "azzeramento" di quella che è forse la caratteristica principale dei Parchi Regionali toscani, e cioè la spiccata competenza che è stata attribuita nel tempo agli Enti Parco riguardo alle aree contigue, attraverso iter storicamente anche travagliati e che si sono evoluti aderendo alle situazioni territoriali specifiche dei singoli parchi. Tale caratteristica si è realizzata in particolare nella specificità del Piano del parco delle singole aree protette, così come disegnato dalle singole leggi istitutive dei tre Parchi regionali toscani (-1- Apuane, -2- Migliarino Massaciuccoli San Rossore, -3- Maremma).

Per questo le associazioni ambientaliste considerano positivo e lungimirante l’atteggiamento tenuto sul tema dalla Regione Toscana, che ha alla fine accolto le nostre istanze. Si è ottenuto cioè che le competenze urbanistiche degli Enti Parco sulle aree contigue rimanessero l’elemento caratterizzante del "sistema toscano" di aree protette. Allo scopo di preservare anche l’altra prerogativa dei parchi della nostra regione, e cioè la chiarezza delle procedure di pianificazione nella distinzione tra le diverse competenze dei vari enti, abbiamo infine presentato ulteriori proposte migliorative al testo di legge.
Sul paesaggio.

Con la Riforma del Titolo V della Costituzione e l’approvazione del Nuovo Codice dei Beni Culturali detto Codice Urbani, le associazioni ambientaliste constatano come la tendenza devolutiva in atto parta, senza dubbio alcuno, dal livello governativo centrale. E tuttavia, tale doverosa premessa, non ci esime dal sottolineare quanto questa linea sia "sposata" pervicacemente anche dall’attività legislativa della Regione Toscana. La materia "paesaggio", una materia delicatissima, che attiene alla cultura di una comunità molto più che al semplice e venale governo del territorio, viene così proiettata pesantemente (artt.

87-94) in questa proposta di legge, con un intento chiarissimo. Sottrarla dalle mani dell’Autorità Statale. A parte le perplessità giuridiche che andrebbero espresse sull’opportunità del regime "concorrente" così innescato, la cosa che sconcerta di più è un’altra. Ossia la capacità di confondere il contingente con lo strutturale, l’accidentalità storica di un governo centrale di destra e di un governo regionale di sinistra con il tempo lungo e forse irreversibile di una Riforma come quella qui suggerita.

La domanda che ci poniamo è: perché per un bene prezioso (forse il più prezioso di cui gode il nostro Paese) come il Paesaggio si corre il rischio di polverizzare in tanti "frantumi regionalistici" un regime di vincoli e di tutele che è e sarà sempre più globale, riconosciuto com’è da enti planetari quali l’UNESCO? E poi: associazioni ambientaliste come le nostre possono accettare che per beni ambientali e culturali sorgano nuovi steccati e nuove iniquità? E infine: siamo proprio sicuri che, come cittadini europei del XXI secolo, ci si debba sentire più tutelati se la Cupola del Brunelleschi è meglio preservata della Valle dei Templi?

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