Sitimet: 4 milioni di euro per la società di supporto informatico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 novembre 2004 18:48
Sitimet: 4 milioni di euro per la società di supporto informatico

“Smantelliamo gli enti inutili, a cominciare da quelli come Sitimet che campano a spese dei cittadini perchè l’amministrazione non ammette di aver commesso un errore”.
È il commento del presidente della commissione controllo Gaia Checcucci dopo l’audizione con la presidente di Sitimet.
“L’incontro – dice la Checcucci – conferma i nostri dubbi: la società è nata male, costa troppi soldi all’amministrazione comunale e la sua configurazione è del tutto sproporzionata rispetto ai risultati.

Meglio ammettere l’errore e chiuderla”.
Sitimet nasce nel ’98 come società mista a maggioranza di capitale pubblico del Comune di Firenze (51%) insieme a Consorzio Quadrifoglio e Ataf (al tempo consorzi pubblici, rispettivamente 12,5% ciascuno) e a capitale privato con due partner, Fiorentina Gas e Silfi entrambi società a maggioranza di capitale privato – inseriti, tra l’altro, in maniera illegittima, senza bando di gara ma a chiamata diretta.
Il capitale societario era di 714 mila euro.


Nel 2003 con la delibera numero 918 il Comune di Firenze, con il solo voto contrario del gruppo di An, approva le modifiche all’oggetto sociale di Sitimet ampliando le attività della società, in modo da rafforzare e potenziare la sua capacità di operare sul mercato e allargarla verso la realizzazione di servizi alla cittadinanza e alle imprese (e-government) sul territorio metropolitano. Il capitale aumenta così di 306 mila euro.
Un anno dopo con la delibera del 5 aprile 2004 il Consiglio Comunale di Firenze approva il piano d’impresa della società (così come redatto secondo le stesse indicazioni del Consiglio) e l’aumento di capitale sociale nella misura complessiva di 3.760.000 euro, dunque più di sei volte quello originario.


Il Comune sottoscrive la quota di competenza in 1.917.600 euro, versando nel bilancio 2004 una quota di 479.400 euro (pari 25% dell’aumento complessivo) assumendo un mutuo e impegnandosi per la restante quota del 75%, pari a 1.438.200 da versare nell’esercizio 2005.
Di fatto in questo modo conferma non solo a parole ma anche nei fatti la fiducia nei confronti della società.
Ad oggi però il capitale versato è solo quello del Comune di Firenze e di 400 mila euro di Ataf. Mancano ancora all’appello Quadrifoglio, Silfi e Fiorentina Gas.
Cosa aspettano queste società a versare il loro capitale? E il Comune come pensa di trovare oltre un milione e mezzo di euro per permettere a Sitimet di svolgere quel ruolo funzionale che le delibere citate le avevano affidato?
“Dall’audizione in commissione controllo – commenta la Checcucci – è evidente che siamo di fronte ad una scelta da fare quanto prima per evitare che si spendano soldi della collettività inutilmente.

Se il potenziamento di Sitimet, che ci dovrebbe costare questo aumento di capitale, doveva essere funzionale a far sì che la società stesse in piedi anche sulle proprie gambe, magari auspicabilmente come tutte le SpA acquisendo un ruolo nel mercato di riferimento senza mantenere cordone ombelicale con il Comune, in realtà ciò non è avvenuto e non sembra possa accadere. Infatti l’unico cliente destinato a rimanere tale per ancora alcuni anni è lo stesso Comune di Firenze (magari con l’aggiunta della Provincia se entrerà nel capitale sociale), che si avvale della società come semplice consulente per i servizi informatici e per alcune attività come il supporto alla predisposizione della gara per il call center, il supporto per progetti E-People e E-Firenze che nei fatti sta ancora gestendo la direzione dei servizi informatici del Comune”.


“Ma per avere questo tipo di supporti, usare una società con 4 milioni e mezzo di capitale, pagando un presidente, 14 unità lavorative di cui 11 professional, due dirigenti e un direttore generale (per circa 700 mila euro l’anno, ci sembra alquanto eccessivo. Come dimostra il voto espresso in occasione dell’allargamento dell’oggetto sociale del 2003 dal gruppo di An, sono convinta che l’amministrazione avrebbe potuto e potrebbe ricorrere al mercato attraverso appalti con offerta economicamente più vantaggiosa per questo tipo di servizio.

Sitimet è - incolpevolmente per chi ci lavora – uno dei tanti contenitori societari che costano ai cittadini e che l’amministrazione ha creato più per motivi di equilibrio politico-partitici che non per effettive necessità tecnico-operative”.
“In un momento in cui l’amministrazione, il Sindaco e l’assessore al bilancio si lamentano dei tagli che dovranno apportare, il primo atto da compiere per essere credibili è smantellare tutti quegli enti e società che costano troppo per quello che fanno”.
“Sitimet è nata male e sta crescendo peggio.

Prima che sia troppo tardi occorre che l’amministrazione riconosca l’errore e metta la parola fine”.
Per questo Gaia Checcucci annuncia che chiamerà l’assessore Albini in Commissione Controllo per sentire se l’amministrazione ha cambiato idea e raccoglie questo invito.

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