France-Théâtre: domani si conclude la rassegna su Jean-Claude Grumberg

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 ottobre 2004 13:38
France-Théâtre: domani si conclude la rassegna su Jean-Claude Grumberg

A 64 anni, l’autore de L'Atelier (testo teatrale vincitore di ben quattro premi Molière), che ha scritto una trentina di opere teatrali ed è probabilmente il più talentuoso autore drammatico francese vivente, decide di scrivere e leggere in giro per i teatri Mon père. Inventaire. (28 ottobre ore 18 c/o Istituto francese, Ingresso libero), un libro in memoria del padre scomparso nel campo di concentramento di Darcy quando lui aveva 6 anni.

«Ho impiegato 60 anni prima di scrivere di mio padre -scrive lo stesso Jean-Claude Grumberg- Oggi, sotto forma di inventario, cerco di ricapitolare per scritto tutto ciò che so o credo di sapere di lui… Non ho nessun ricordo fisico di mio padre.

Non so come fosse il suo sguardo, se era alto, grasso o magro, quale voce avesse.»

La rassegna si conclude con lo spettacolo teatrale L’Atelier (28 ottobre ore 21 c/o Teatro Studio Scandicci, in francese con sovratitoli, ingr. 10 e 8 euro). Grumberg ci accompagna nel luogo per lui più familiare, quello in cui è cresciuto col padre 8prima della tragica scomparsa) e la madre sarta: saimo infatti in una piccola sartoria in Francia, tra il 1945 ed il 1953, in cui si impara a vivere di nuovo dopo la tragedia.

Ognuno ricomincia a modo suo, compiacendosi nel dolore dei propri ricordi o al contrario cercando di cancellare la memoria per fare spazio ad una nuova vita. Si tratta di un’opera autobiografica, in cui Grumberg narra la propria infanzia con la madre: non una storia ma la narrazione del quotidiano, comico e commovente, con una leggerezza che ci convince che è possibile rinascere. La messa in scena è della compagnia lionese Théâtre 2000, regia di Frédéric Tessier.

Premio César per la sceneggiatura di «Amen» di Costa Gavras (di Truffaut aveva invece sceneggiato «L’ultimo Metrò») e premio Molière (Oscar del teatro) per «L’Atelier» e «Zone libre», Jean-Claude Grumberg è l’unico autore vivente ad essere rappresentato alla Commedie-Française.

Scrittore per il teatro, il cinema ed anche di testi per ragazzi (20.000 copie vendute con «Le Petit Violon») ha da qualche mese pubblicato Mon père. Inventaire (ed Seuil), testo autobiografico in memoria del padre, deportato a Drancy e mai più tornato.

Nato nel ‘39 a Parigi in una famiglia ebrea, Grumberg ha costruito la propria opera ricordando la sua famiglia e la sua gente durante la tragedia della shoah; ha iniziato a scrivere per raccontare la sua storia, sottraendosi ad una tradizione familiare che lo avrebbe voluto sarto di atelier.



I suoi testi, pieni di umorismo - quello che Grumberg definisce “tipica ironia yiddish” - sono privi di compiacimento o giudizio storico; raccontano storie di gente comune, debole, spensierata o coraggiosa. Non ci sono buoni e cattivi ma solo persone che ci fanno ridere e insieme ci commuovono; non c’è ricerca documentaristica, ma piuttosto impressioni, suggestioni, ricordi di ciò che lui – bambino di pochi anni – ha potuto vivere direttamente, o ricostruire attraverso i racconti di altri, di quegli anni.



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