Oumou Sangarè, domenica 24 ottobre, a Musica dei Popoli
Auditorium Flog (ore 21,30, Via M. Mercati, 24/B)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 ottobre 2004 13:39
Oumou Sangarè, domenica 24 ottobre, a Musica dei Popoli<BR>Auditorium Flog (ore 21,30, Via M. Mercati, 24/B)

Oumou è nata a Bamako nel 1968 da genitori originari di Medina Diassa, vicino al cuore della regione Wassoulou, la cui popolazione è una miscela tra etnie Fula (o Peul) e Bambara (o Bamana): hanno cognomi fula (Sangaré, Sidibé, Diakité e Diallo) ma parlano il bamana. Non hanno musicisti di casta (griot o jalì) e la loro musica si basa sull’antica tradizione dei canti dei cacciatori, accompagnati dal donsongoni (lett. ‘l’arpa del cacciatore’). Nel genere wassoulou si impiega una versione più piccola chiamata kamalengoni (lett.

‘l’arpa del giovane’) e un raschiatoio metallico, il karinyang, che conferisce il sound caratteristico di questo stile. Le donne suonano il flé, una cucurbitacea avvolta da una rete di conchiglie (cauri) che lanciano in aria seguendo il movimento ritmico della musica. Oumou è una donna che ha dovuto combattere molte battaglie personali per diventare cantante professionista in una società nella quale le donne hanno pochi diritti, dove è ammessa la poligamia e i matrimoni sono molto spesso combinati.

Sua madre, Aminata Diakhite, anche lei cantante, come molte altre donne della sua generazione ha dovuto condividere il marito con altre due donne, secondo un’usanza molto diffusa nei paesi islamici. L’esperienza di poligamia e le sofferenze causate da questa situazione hanno avuto un impatto molto profondo sulla personalità di Oumou, incoraggiata comunque dalla madre nello sviluppo delle sue doti vocali. A 6 anni si è esibita in pubblico, nella sala dell'Omnisport Stadium di Bamako e da allora il suo percorso artistico non si è più fermato: dopo aver fatto parte dell’Ensemble Instrumental National du Mali, Oumou fu richiesta da Bamba Dammele (veterano del Super Djata Band) per accompagnare la sua troupe di percussionisti Djoliba, nel 1986, per un tour europeo.

Di ritorno da questa esperienza emozionante, Oumou decise di formare un proprio gruppo con uno stile basato sulla musica tradizionale della sua terra, il wassoulou. Negli anni successivi ha pubblicato quattro album: “Moussolou” (Donne), che ha venduto più di 200.000 copie nella sola Africa Occidentale, “Ko Sira” (Matrimonio Oggi), che ha vinto nel ‘93 il premio europeo come ‘miglior album di world music’ dell’anno, a cui seguirono “Worotan” e “Laban”. Nel 2001 Oumou ha vinto il premio della musica dell’International Music Council/UNESCO “per il contributo attraverso la musica, il suo arricchimento e il suo sviluppo, per il sostegno alla pace, la comprensione tra i popoli e la cooperazione internazionale”.

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