Musica classica: concerti alla chiesa luterana di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2004 22:31
Musica classica: concerti alla chiesa luterana di Firenze

Nei mercoledì di aprile e ottobre la Chiesa Luterana di Firenze organizza degli interessanti concerti. Interessanti. Mercoledì era di scena il gruppo “Altrove 1.3”, un trio di chitarra, flauto e clarinetto. Doveva essere un programma “classico” (Beethoven, Diabelli, Giuliani) e invece, dopo la trascrizione per chitarra, flauto e clarinetto di Thomas Matieka della serenata per archi op.8 di Beethoven, siamo passati ad un programma totalmente diverso ma piacevole.
Innanzitutto una “prima” assoluta, Alpengluhen di Joerg Todzy, poi le Ecloghe op.206 di Mario Castelnuovo Tedesco e, per finire, un’altra trascrizione: “Le Grand Tango” di Piazzolla.
La trascrizione di Matieka, contemporaneo di Beethoven, è bella ed interessante.

All’epoca le trascrizioni per ensemble di fiati di varie composizioni, persino del Don Giovanni di Mozart, erano frequentissime ed era stato coniato il termine di “Armoniemusik” per identificarle. I nostri musicisti hanno dato una buona prova di se con un Beethoven non certo “potente” come quello più conosciuto, ma sempre piacevole da ascoltare. Alpengluhen è l’ultima fatica, conclusa appena un mese fa da Joerg Todzy, compositore nato in Germania nel 1962, vissuto tra Germania, Australia ed Italia e attualmente residente a Berlino.

Oltre a una buona produzione di musica da camera ha sperimentato spartiti generati da un computer. Alpengluhen è veramente una bella musica, piena di idee, dalle tinte forti e spettacolare contraddistinto dalla continua alternanza di ritmi lenti e veloci, momenti dissonanti e atmosfere più convenzionali dosati molto sapientemente. Resta un pò difficile al primo ascolto capire il rincorrersi dei temi e quindi se ne perde parte della sua organicità, ma resta senz’altro una novità molto interessante.


Le Ecloghe op.206 di Castelnuovo Tedesco mi hanno entusiasmato: impressionanti le sonorità che i 3 strumentisti hanno tirato fuori in una esecuzione semplicemente trascinante, quasi sinfonica, di una musica che meritebbe di essere molto, ma molto, più eseguita di quanto sia. Astor Piazzolla sta diventando - a ragione - uno dei musicisti più eseguiti del ‘900 e non poteva mancare nel repertorio di un bel complesso come ”Altrove 1.3”, che esegue musica di ogni tempo e quindi presenta programmi vari e non certo noiosi.

Purtroppo si muove con una certa difficoltà, vista la non sterminata letteratura per questo tipo di formazione, considerata a torto musica minore per la presenza di uno strumento, la chitarra, che non gode ”ufficialmente” di grande stima (consiglio comunque di ascoltare i concerti di Giuliani e De Falla o le sonate di Matieka e i quintetti per archi e chitarra di Boccherini per capire quanto possa essere spettacolare anche questo strumento). Quindi i musicisti sono spesso costretti a usare delle trascrizioni, che non sempre danno degli ottimi effetti, come nel caso stasera di Le Grand Tango, in cui alcuni momenti appaiono veramente un pò debolucci (però anche l’acustica della chiesa, che non è una sala da concerto, può aver contribuito ad aumentare il problema).

Ma nei pezzi originalmente scritti per questa formazione, come Alpengluhen o le Ecloghe (in cui il corno inglese viene sostituito molto bene dal clarinetto) l’effetto può essere veramente ottimo, specialmente se suonano personaggi ben dotati come i componenti di “Altrove 1.3”.

Aldo Piombino

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