Positivo il bilancio 2004 per l'occupazione nella provincia di Firenze ma le stime previsionali del sistema informativo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 ottobre 2004 13:19
Positivo il bilancio 2004 per l'occupazione nella provincia di Firenze ma le stime previsionali del sistema informativo

Le imprese fiorentine prevedono di chiudere l’anno 2004 con un incremento dell’occupazione dipendente pari a 1.703 unità, corrispondente ad una crescita dello 0,8% rispetto allo stock di occupati dipendenti a fine 2003 ma soltanto una impresa su quattro ha dichiarato la volontà di assumere nuovi dipendenti durante l’anno in corso. Per contro Il 74,3% delle unità provinciali non assumeranno personale dipendente nel 2004 (di queste però l‘8,5 per cento assumerebbero in presenza di condizioni diverse dalle attuali) adducendo quali motivazioni prevalenti “l’ avere un organico adeguato” o “difficoltà ed incertezze di mercato”.
Le indicazioni scaturiscono dalla settima indagine del Sistema Informativo Excelsior, un progetto realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e l’Unione Europea che costituisce una fonte informativa di primaria importanza per la conoscenza del mercato del lavoro italiano.
Le stime effettuate, per quanto ancora di segno positivo, segnalano per la nostra realtà provinciale, quindi, rispetto al 2003 (quando Excelsior aveva previsto una variazione dell’occupazione in misura del 2,3% con un numero di 5.325 nuovi posti di lavoro), un livello di crescita decisamente più basso in dipendenza di un andamento dei movimenti occupazionali che prefigura a livello di entrate una sostanziale stabilità del dato rispetto agli ultimi anni ma, per le uscite, un dato in sensibile incremento (+ 37,2 %).

Soltanto il 2,1% delle oltre 1.700 nuove assunzioni troverà lavoro nelle attività industriali ma saranno solo le imprese di più piccola dimensione a richiedere nuove risorse lavorative (+ 511 unità aggiuntive previste) in quanto l’occupazione alle dipendenze delle imprese più strutturate perderà ben 476 posti di lavoro denunciando un tasso di variazione del –1,4%. Nei servizi, invece, si prevede la creazione di 1.668 nuovi posti di lavoro sia nelle che nelle imprese medio-grandi, ma anche in questo macrosettore, saranno prevalentemente assorbiti dalle imprese di piccola dimensione (+2,4% il tasso di variazione atteso) mentre la crescita per le imprese medio-grandi sarà limitata ad un +0,2% (con 146 nuovi posti creati).
Il dato relativo al turnover occupazionale conferma, comunque, pur in una fase della congiuntura economica nazionale ed internazionale ancora non favorevole che, indubbiamente, ha influenzato il giudizio degli operatori imponendo grande cautela nelle loro previsioni di sviluppo occupazionale, la vitalità del tessuto di piccole e medie imprese nella nostra provincia: sono oltre 27.000 i movimenti di risorse occupazionali sia in entrata che in uscita per un tasso di variazione del 12,1%.
Fra le imprese che assumono prevale la richiesta di risorse maschili (il 38,3%), soltanto il 22% indica una preferenza per le donne (valore , comunque, superiore al 18,5% rilevato a livello nazionale)mentre cresce la quota di aziende che si mostrano “indifferenti” che (questa passa dal 36% del 2003 al 39,6% del 2004).

Per quanto concerne le modalità di ricerca e selezione del personale i canali maggiormente utilizzati sono ancora quello della conoscenza diretta (il 59,6% delle imprese)seguito, nell’ordine da “segnalazioni da parte di conoscenti o fornitori” e dalle “banche dati interne aziendali” (modalità, questa, particolarmente utilizzata dalle medie e grandi imprese).

CONFRONTI TERRITORIALI
Dal confronto con gli altri contesti territoriali del Paese la provincia di Firenze esce, indubbiamente, penalizzata: per il complesso delle attività, limitando il raffronto dei dati del tasso di sviluppo occupazionale atteso alle province che hanno un apparato economico di dimensione uguale o più grande rispetto al nostro, Firenze con il suo + 0,8% è in posizione di retroguardia (risultati inferiori conseguono soltanto le province di Cuneo, di Torino, di Varese e di Milano) e con un differenziale negativo rispetto alle province dell’Emilia Romagna e del Veneto ed ad alcune grandi province del meridione.

Ciò appare in modo ancora più evidente per il settore dell’industria dove il deludente risultato di “crescita-zero” provinciale è superato in negativo soltanto dalle province di Varese, Torino e MiIano. Ma anche nel settore dei servizi Firenze rimane ancorata nel gruppo di quelle province con un tasso si crescita meno accentuato pur riscontrando un valore superiore a quello atteso per le province di Genova, Bologna, Milano e Roma.

Spostando l’analisi a livello della regione Toscana il dato stimato per il contesto regionale risulta fortemente influenzato dal dato provinciale fiorentino (anche per la Toscana il tasso occupazionale previsto è pari allo 0,8%) ma, rispetto alle altre province toscane, soltanto Pisa, Livorno e Prato prevedono valori di saldo occupazione più bassi; per contro, Grosseto, Lucca, Massa Carrara ed Arezzo ottengono risultati nettamente superiori al dato fiorentino e regionale.

I TITOLI DI STUDIO PIÙ RICHIESTI DALLE IMPRESE
Sulla base delle previsioni delle imprese, dovrebbe aumentare il flusso complessivo di assunzioni di laureati e diplomati universitari, attestandosi per il 2004 su poco più di 1400 unità, con un peso del 9,8% sul totale (7,2% nella precedente indagine).

In aumento risulta anche il peso percentuale del diploma di scuola superiore (secondario e post-secondario), che si conferma il livello di istruzione nettamente più richiesto dalle imprese, con il 30,6% delle assunzioni complessive, superiore, quindi, di circa 3 punti in più rispetto al passato biennio. In lieve crescita appare anche la quota di assunzioni con titolo di istruzione e qualifica professionale (18,3% contro il 17,0% del 2003), mentre diminuiscono sensibilmente le richieste di personale con la sola scuola dell’obbligo.
La lettura d’insieme dei suddetti dati porta così a concludere che il livello medio di istruzione richiesto dalle imprese sembra spostarsi progressivamente verso l’alto, con un aumento delle percentuali di incidenza dei livelli più alti (in particolare laureati e diplomati di scuola superiore) ed una diminuzione per la scuola dell’obbligo.

Anche le imprese fiorentine sembrano, quindi, avvertire l’esigenza di affrontare le sfide derivanti dalla globalizzazione del mercato e dell’economia, facendo leva sempre più sulla qualità e sulla specializzazione della risorsa lavoro.

“IMPRESE IN CERCA DI LAVORO”: LE DIFFICOLTÀ DI REPERIMENTO DELLA MANODOPERA, ULTERIORE FORMAZIONE RICHIESTA
Com’è noto l’indagine Excelsior registra le assunzioni programmate dalle imprese, ma non è detto che queste riescano a reperire le figure professionali richieste.

Spesso, infatti, alla crescita potenziale indicata può non corrispondere un incremento occupazionale effettivo per problemi di mismatch tra domanda e offerta sul mercato del lavoro.
In effetti, anche per il 2004 si registra una quota non trascurabile di richieste relative a personale che le imprese definiscono “di difficile reperimento”: si tratta del 33% del totale delle assunzioni programmate, quota questa che, tuttavia, si riduce di oltre 4 punti rispetto alla precedente rilevazione (38,5%).

Viene, comunque, evidenziato ancora una volta il rischio di mancato incontro della domanda con l’offerta di lavoro.
Se è vero poi che il livello medio di istruzione (acquisito tramite percorsi di studio) e di preparazione professionale (derivante da precedenti esperienze lavorative) tende a crescere, sembra migliorare la richiesta complessiva di formazione espressa dalle imprese che, tuttavia, appaiono consapevoli dell’esigenza di ulteriori investimenti in questo ambito, sia propri che del sistema formativo.

Non a caso, per buona parte delle assunzioni programmate le imprese evidenziano una necessità di ulteriore formazione che riguarda, nel complesso, il 66,2% delle assunzioni previste, quota questa in costante crescita nel corso dell’ultimo quadriennio (nel 2001 era soltanto il 34,8%).

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