Incontri di Artimino sullo sviluppo locale, da oggi al 10 settembre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 settembre 2004 19:13
Incontri di Artimino sullo sviluppo locale, da oggi al 10 settembre

prato- “Il tessile non è un settore che ha già dato tutto. Lo sarebbe se non si investisse più in innovazione e ricerca, se non lo si ripensasse in connessione con le nuove tecnologie o nelle sue funzioni cerniera. Ma se in innovazione investiamo, allora il tessile può ancora dire la sua e non è più un settore destinato a vivere di una grama rendita”. È una delle riflessioni con cui il presidente della Toscana Claudio Martini ha salutato stamani, in palazzo comunale a Prato, l’inizio della settimana di studi di Artimino dedicati da quattordici anni allo sviluppo locale e ai distretti.

Il presidente della Toscana è stato preceduto dall’intervento del sindaco Marco Romagnoli e seguito dalla lezione inaugurale del professor Augusto Graziani.
“Il tessile non è un settore maturo e possiamo essere speranzosi – ha ripreso poi Martini - anche perché la tendenza nel mondo e nei mercati è quella di una ricerca di qualità e di maggiori contenuti, non solo di prodotti standardizzati o a basso costo. Il trend che si avverte è questo, anche se il rumore è disturbato. Certo una ricetta a livello locale da sola non basta, come non è sufficiente una soluzione centralista.

Serve un federalismo che sia un vero investimento sul dinamismo dei territori e non solo una concessione politica, occorre muoversi in una dimensione globale per aprire strade e parlarsi tra regioni di paesi lontani”.
C’è chi parla di un’Italia senza imprese, perché prive di grandi aziende che sarebbero le sole in grado di sostenere le sfide del cambiamento economico mondiale. C’è chi loda l’Italia dei distretti. “Più che del modello dovremmo discutere delle politiche che mancano e quale siano le infrastrutture che garantiscano a tutti il miglior sviluppo” ha concluso il presidente Martini.

L’argomento centrale degli incontri pratesi di quest’anno, una sorta di università dei distretti industriali nata quando parlare di distretto non era neppure troppo di moda, sarà la “metamorfosi” dell’industria italiana, “Sviluppo locale e ristagno globale”. Ne è testimone anche Prato, dove oggi solo il 25% dell’occupazione è concentrata nell’industria ma negli ultimi dieci anni i servizi all’industria sono cresciuti del 50%. Fino a venerdì nella villa medicea dai cento camini di Artimino, a Carmignano, si susseguiranno politici, studiosi ed operatori pubblici e privati.

E ci sarà anche Giacomo Becattini, lo studioso italiano più famoso dei distretti e tra gli ideatori, quattordici anni fa, di questi incontri. “Il distretto ha gli anticorpi per reagire alle crisi – ha detto oggi – ma solo quando sono brevi. Nel caso di crisi lunghe, il distretto reagisce peggio”.

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