Povero gelato artigianale
Sì ad una legge che tuteli il pane, la sua qualità, i suoi produttori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 agosto 2004 17:43
Povero gelato artigianale<BR>Sì ad una legge che tuteli il pane, la sua qualità, i suoi produttori

A Prato non lo comprano più come prima
Che sia colpa delle temperature più gradevoli di quest’estate, o della crisi generalizzata dei consumi, fa lo stesso. Fatto sta che i gelatieri di Confartigianato si lamentano: “Rispetto all’anno scorso, stiamo assistendo a una flessione delle vendite, con una perdita intorno al 20%”, fa sapere Lorenzo Caciolli, membro del consiglio di categoria dei gelatieri. Ma c’è gelato e gelato, e quello artigianale è sicuramente un’altra cosa rispetto a quello venduto al supermercato, magari a prezzi super scontati.

A maggior ragione ci vuole il marchio: un marchio a tutela del “gelato tradizionale italiano”, con l’accortezza però di distinguere il prodotto artigianale da quello industriale, soprattutto rispetto alle caratteristiche degli ingredienti utilizzati per sua preparazione. “Va bene l’etichetta di qualità sul gelato nostrano – ribadisce Caciolli - ma il punto è come applicarla, tenendo conto che il gelato è legato ai canali di distribuzione e vendita al consumatore. E così meno vendite rispetto al 2003, ma osserva il gelatiere di Confartigianato, “questo non vuol dire che la gente non riconosca la qualità del gelato di produzione artigianale”.

Certo, l’estate 2004 ci ha messo il suo “zampino”. “L’anno scorso avevamo avuto un vero e proprio boom nelle vendite, che era cominciato ad aprile e si era trascinato fino a ottobre”, dicono i gelatieri di Confartigianato. Va poi detto che il gelato è un prodotto un po’ particolare, con il “neo” della stagionalità che, di per sé, riduce le previsioni di guadagno dei produttori. Meno male che i gelatieri se la cavano con i “semifreddi”: la diffusione di questo prodotto, a metà tra dessert e gelato, è sempre più aumento, non solo in estate ma anche in inverno.



Il dipartimento attività produttive del coordinamento provinciale fiorentino di Alleanza Nazionale sostiene la proposta di legge al Parlamento presentata dagli onorevoli Mazzocchi, Losurdo e Misuraca che legifera la produzione e la commercializzazione del pane facendolo così diventare un prodotto di qualità garantita. La legge prevede che ogni panificio dovrà rispettare determinate regole relative agli ingredienti e agli impianti di cottura, impone la figura del responsabile di panificazione, stabilisce le caratteristiche del pane definito “fresco”, prevede incentivi e attività promozionali per i panifici.


“Si tratta di una legge vincente perchè tutela contemporaneamente il produttore ed il consumatore – sottolinea il responsabile provinciale delle attività produttive di An, Gianna Scatizzi. - Nel nostro territorio, il cui tessuto economico è costituito per lo più da imprese di piccole dimensioni, la produzione del pane è una risorsa da tutelare. Una norma così pensata facilita la libertà di impresa tutelando anche le piccolissime imprese: le garanzie e le figure che essa introduce, infatti, non sono altro che quelle già presenti negli ottimi forni familiari che pullulano in tutta Italia, e sono presenti in gran numero sul territorio fiorentino, non andando a gravare di ulteriori obblighi chi già fa il pane per bene”.
La normativa inoltre tutela le tipologie tradizionali del pane, salvaguardando di conseguenza la tipicità del prodotto tipico locale riscoprendo sapori non standardizzati come, ad esempio, il pane toscano, e lasciando invece nella massa le baghette o le produzioni non nostrane.


“La nuova legge, poi – evidenzia Gianna Scatizzi, – prevede il coinvolgimento finanziario e organizzativo del Ministero e della Regione: in collaborazione con le associazioni di categoria dovranno dar vita ad una serie di misure che oltre al pane buono di sapore promuovano un pane sano fatto con ingredienti controllati che vanno nella direzione del biologico, della coltivazione integrata, del rispetto ambientale”.
Insomma, la proposta di legge prevede la tutela di un pane d'origine e di qualità controllata.

“E' importante – conclude Gianna Scatizzi – il contributo economico pensato a favore delle produzioni tipiche e delle zone ad insufficiente valorizzazione economica. È essenziale inoltre lo spazio dedicato alla formazione che oltre ad acquisire professionalità, servirà ad continuare un mestiere tanto antico quanto importante per le tavole degli italiani e dei toscani”.

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