Fiorentina, Di Livio ha vinto la sua scommessa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 giugno 2004 09:17
Fiorentina, Di Livio ha vinto la sua scommessa

Compirà 38 anni il prossimo 26 Luglio ma vuole ancora giocare. Perché per Angelo Di Livio la scelta di rimanere a Firenze è stata la scommessa più difficile della sua vita: e lui l’ha vinta. Nella fase più delicata dello spareggio con il Perugia, la Curva Fiesole ha alzato alto il coro per vedere Di Livio in campo. No, non era per fare la “passerella”, ma perché mancavano gli ultimi determinanti minuti alla realizzazione del sogno serie A ed il Perugia, che aveva da poco pareggiato, stava pericolosamente spingendo in attacco.

LA richiesta della Fiesole, e poi del resto dello stadio, era di vedere in campo chi poteva lanciare il cuore oltre l’ostacolo, era il messaggio a tutta la squadra: "noi ce la faremo con la lotta, il sacrificio, il sudore". Questo era il senso della richiesta di vedere Di Livio in campo nei minuti cruciali della sfida. E Angelo, in panchina amareggiato per l’esclusione ma pronto, è entrato in campo, ha indicato a 2 o 3 compagni la giusta posizione e ha invitato tutti gli altri alla calma e alla determinazione: non passeranno ! Al fischio finale di Rosetti è esplosa la gioia di tutta Firenze, ma da quel momento Di Livio è stato il più compassato di tutti: poi , nello spogliatoio, lacrime di commozione. Perché per lui questa serie A ha un significato diverso dagli altri. Di Livio ha impersonato tutto quello che i fiorentini hanno sofferto e sognato.

Prima la ricerca disperata di salvare il salvabile, poi la decisione di restare, sapendo che sarebbe stato il calvario della C2 (pur avendo ricevuto proposte da mezza serie A). “Non potevo voltare le spalle a questa città e a questi tifosi in un momento così drammatico per la Fiorentina” ha ripetuto l’altra sera. E la sua carriera è ricominciata dalla Florentia Viola, con Quagliarella, Panarelli ed Evacuo su campi di battaglia: dal mondiale alle sfide con Montevarchi e Sangiovannese. Poi con il Gualdo la rottura del crociato anteriore del ginocchio.

A quel punto per molti osservatori la sua carriera era finita: azzoppato ed in C2. Ma lui ha proseguito, ferreo nella ripresa e negli allenamenti in solitudine durante la settimana ma incitando i compagni ogni domenica da bordo campo, fino a raggiungere l’obiettivo del primo gradino della lunga risalita di categoria. Poi la B, le difficoltà, la crisi, l’esonero di Cavasin, l’esclusione dai titolari nella parte finale del torneo, fino all’altra sera, la fine dell’incubo, di nuovo la serie A. E adesso la voglia di giocare un altro anno, dopo aver preso per mano la Fiorentina e averla riportata dove era sempre stata.

La voglia di misurarsi, di rendersi disponibile alla causa, di salutare i “vecchi” compagni di categoria non da dietro una scrivania, ma sul campo di gioco. Poi, per il futuro, per l’altra vita dopo il calcio giocato, ci sarà tempo: ma oggi Angelo Di Livio è tornato, insieme alla sua Viola. Grazie capitano. AS

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