Il Coro del Maggio Musicale Fiorentino domani (ore 21,15) al Teatro Romano di Fiesole nella Petite Messe Solennelle

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 giugno 2004 13:01
Il Coro del Maggio Musicale Fiorentino domani (ore 21,15) al Teatro Romano di Fiesole nella <I>Petite Messe Solennelle</I>

Prende il via mercoledì 16 giugno la nuova, prestigiosa, collaborazione tra il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e Estate Fiesolana. Sul palco del Teatro Romano di Fiesole – ore 21,15; ingresso 15/10 euro, prevendite Box Office e cassa del Teatro – la Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini eseguita dal Coro del Maggio Musicale Fiorentino, diretto da José Luis Basso, con Ottavia Vegini soprano, Nadia Sturlese contralto, Hiroki Watanabe tenore - Lisandro Guinis basso, Salvatore Caputo e Francesca Tosi pianoforti, Andrea Trovato harmonium.


Scritta in due mesi ed eseguita la prima volta privatamente nel marzo 1864, la "Petite Messe Solennelle" è l'ultimo capolavoro di Gioachino Rossini, ed uno dei più sorprendenti: quasi che, fra i tanti Péchés de vieillesse seguiti all'abbandono delle scene nel 1829 il compositore pesarese, giunto ai settant'anni, volesse accomiatarsi dalla musica con un ritorno al genere sacro, coronamento ideale della carriera per un musicista non-romantico quale egli volle sempre essere. Guarda volutamente all'antico dunque questa "piccola messa", appellandosi all'"italo dolce cantare che nell'anima si sente".

Raffinatissimo e pudico colloquio con Dio, anche per l'organico strumentale volutamente ridotto e cameristico, la Petite Messe contribuisce a svelare quanto falsa fosse l'immagine della gaia e serena vecchiaia rossiniana. Anche se l'autore non manca di spargere qualche arguzia nelle dediche apposte alla partitura originale e, dopo aver definito la Messa "l'ultimo peccato mortale della mia vecchiaia", così conclude dopo l'ultima battuta: "Buon Dio, ecco terminata questa povera piccola Messa...Ero nato per l'opera buffa, tu lo sai bene! Un poco di scienza,, un poco di cuore, è tutto.

Sia dunque benedetto, e concedimi il Paradiso. G. Rossini, Passy 1863".

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