La mostra “Gianni Berengo Gardin. Toscana, gente e territorio” dal 16 luglio al 10 ottobre alla Fondazione Ragghianti nel Complesso di San Micheletto di Lucca

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 giugno 2004 13:01
La  mostra  “Gianni Berengo Gardin. Toscana, gente e territorio”  dal 16 luglio al 10 ottobre alla Fondazione Ragghianti nel Complesso di San Micheletto di Lucca

Dal 16 luglio al 10 ottobre 2004 presso la Fondazione Ragghianti nel Complesso di San Micheletto a Lucca verrà presentata una mostra di fotografia di Gianni Berengo Gardin dedicata alla Toscana.
La mostra che si intitola “Gianni Berengo Gardin. Toscana, gente e territorio” raccoglie immagini fotografiche particolarmente significative dell’ambiente umano, paesistico e monumentale della regione così come rilevato da Gianni Berengo Gardin che alla Toscana ha dedicato numerose campagne fotografiche nel corso degli ultimi 40 anni.
Questa mostra, la prima realizzata a Lucca, precede di qualche mese la grande antologica che la Maison Europenne de la Photographie di Parigi sta per dedicargli.

Gianni Berengo Gardin
Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930.

Ha iniziato a occuparsi di fotografia nel 1954. Dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si è stabilito definitivamente a Milano iniziando la carriera professionale, dedicandosi alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura, alla descrizione ambientale.
Ha collaborato con le principali testate della stampa illustrata italiana ed estera, ma si è principalmente dedicato alla realizzazione di libri, pubblicando oltre 180 volumi fotografici, tra monografie e opere collettive.
Le sue prime foto di reportage sono state pubblicate nel 1954 su Il Mondo , diretto da Mario Pannunzio, con cui ha collaborato fino al 1965.

Dal 1966 al 1983 ha collaborato con il Touring Club Italiano, per il quale ha realizzato una numerosa serie di volumi sull’Italia e sui Paesi europei. Ha lavorato assiduamente con l’industria (Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM, Italsider...) realizzando reportage e monografie aziendali. Nel 1979 ha iniziato la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documenta le fasi di realizzazione dei progetti architettonici. Dal 1990 è rappresentato dall’Agenzia Contrasto.
Nel 1963 è premiato da World Press Photo.
Nel 1981 ha vinto il Premio Scanno per il miglior fotolibro dell’anno con “India dei villaggi”.
Nel 1990 è stato invitato d’onore al “Mois de la Photo” di Parigi dove ha vinto il Premio Brassai.
Nel 1995 ha vinto il Leica Oskard Barnack Award ai “Rencontres Internationales de la Photographie” di Arles con il volume “La disperata Allegria, vivere da Zingari a Firenze”.
Nel 1998 ha vinto ex equo il Premio Oskar Goldoni per il miglior fotolibro dell’anno con “Zingari a Palermo”.
Ha tenuto circa 200 mostre personali in Italia ed all’estero, tra cui le grandi antologiche di Arles nel 1987, di Milano nel 1990, di Losanna nel 1991, di Parigi nel 1990 e nel 1997.
Le più recenti alla Leica Gallery di new York nel 1999, alla Stadtische Galerie di Iserlohn nel 2000, al Museo Civico di Padova e al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2001.
Ha inoltre esposto alla Photokin di Colonia, all’Expo di Montreal, alla Biennale di Venezia; ha partecipato alla mostra “The Italian Metamorphosis, 1943-1968” al Guggenheim Museum di New York nel 1994.
Sue immagini fanno parte delle collezioni di diversi musei e fondazioni culturali, tra cui la Calcografia Nazionale di Roma, il Museum of Modern Art di New York, la Bibliotheque National , la Maison Europenne de la Photographie di Parigi e la Collection FNAC di Parigi, il Musée de l’Elysée di Losanna.
Nel 1972 la rivista “Modern Photography” lo ha inserito tra i “32 World’s Top Photographers”.
Nel 1975 Cecil Beaton lo ha citato nel libro “The magic Image.

The genius of photograpy from 1839 to the present day”.
Nel 1975 Bill Brandt lo ha selezionato per la mostra”Twentieth Century Landscape Photographs” al Victoria and Albert Museum di Londra.
E. H Gombrich lo ha citato come unico fotografo nel libro “The image and the Eye” (Oxford 1982).
Italo Zannier nella “Storia della fotografia italiana” (Roma-Bari) lo ha definito “il fotografo più ragguardevole del dopoguerra”.
E’ presente tra gli 80 fotografi scelti da HBC nel 2003 per la mostra “Les choix d’Henri Cartier- Bresson”.

Collegamenti
In evidenza