Notte della Taranta (7 Luglio) e Khaled (14 Luglio) a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 giugno 2004 12:39
Notte della Taranta (7 Luglio) e Khaled (14 Luglio) a Firenze

La notte della Taranta più che un concerto è un evento musicale che segna il passaggio da rito ancestrale a fenomeno ethno – sound di culto dell’Italia magica. Una sorta di rave alla mediterranea: sul palco 20 musicisti che fanno dialogare tradizione e futuro in un elettrizzante presente.
La notte della taranta è un progetto di straordinaria intensità, a metà strada tra il fascino dell’antropologia e il clamore della modernità, tra il mitico ragno che pizzica e il pungente rock dei Police, grazie all’attenta direzione artistica del batterista e fondatore dello storico gruppo: Stewart Copeland.

Coadiuvato da Vittorio Cosma, Copeland ha arrangiato i brani del repertorio tradizionale, dando ai ritmi percussivi della taranta intense sfumature che vanno dal rock alle sonorità afro. Accanto a lui, la voce del salentino d’adozione Raiz e le energiche percussioni dell’Ensemble Bash intessono una ragnatela ritmica e melodica con i tamburelli e le voci de La Notte della Taranta ensemble. Ospite speciale della serata a Piazzale Michelangiolo il Direttore Artistico dell’Estate Fiorentina Mauro Pagani, inesauribile animatore di tante esperienze musicali e qui ben inserito nel gruppo che con lui sta producendo il suo CD.
La notte della Taranta è il più grande festival musicale dedicato al recupero della pizzica salentina e alla sua fusione con altri linguaggi musicali che vanno dalla world music al rock, dal jazz alla sinfonica.

La “pizzica” è la musica che scandiva l’antico rituale di cura dal morso immaginario della tarantola, il pericoloso ragno velenoso. La tradizione vuole che per liberare la vittima, di solito una donna, si suonassero incessantemente i tamburelli a ritmo vorticoso finchè non veniva sciolto l’incantesimo. Al suono dei tamburelli si accompagnava un ballo ossessivo e ripetitivo, che contribuiva ad esaurire il veleno. Altre varianti della pizzica tarantata sono il ballo del corteggiamento tra uomo e donna e la “danza dei coltelli” anche detta “pizzica a scherma”.

Khaled non ha certo bisogno di presentazioni: è, semplicemente, universalmente considerato il Re del Rai, uno dei pionieri dell’etno-world, uno di quegli artisti che hanno saputo fare delle proprie delle tradizioni culturali un linguaggio universale, capace di scavalcare ogni barriera geo-politica e di dar vita ad opere popolari, nel senso più ampio del termine – e cioè, al tempo stesso, legate alle radici ed ascoltate in tutto il mondo da un pubblico vastissimo.

Nato a Sidi El Houari, vicino Orano, il 29 febbraio 1960, fin da piccolo manifestò un eccezionale interesse per il canto, osteggiato dal padre che lavorava nel garage della polizia (in famiglia l' unico artista era uno zio suonatore di accordeon). Ma a 14 anni, sotto l' influenza di Elvis Presley e Johnny Holiday, Khaled era già fuori dalla scuola, cacciato per le sue ripetute assenze, e leader di un gruppo chiamato "Cinque Etoils" che si esibiva durante le feste di matrimonio e, la sera, nei cabarets, all' insaputa del padre.

Nel 1974 incide la prima canzone che passa totalmente inosservata, per cui Khaled deve continuare a guadagnarsi da vivere facendo diversi mestieri come cameriere, barman, ecc. I tempi non erano ancora maturi come lo furono due anni dopo, quando scoppiò la febbre del rai, di cui Khaled fu il simbolo, esprimendo il desiderio generazionale di rompere ogni conformismo, sia in fatto di rapporti uomo/donna che riguardo l' uso di alcool. Anche dal punto di vista più strettamente musicale, cambiò la strumentazione che l' accompagnava introducendo gradualmente chitarra elettrica e sintetizzatore in sostituzione degli strumenti tradizionali; questa ansia di modernizzazione ne fece il simbolo della gioventù algerina in modo che a 17 anni aveva già inciso 5 LP di successo ed era ammirato sia dai giovani borghesi che dalle masse proletarie per i suoi testi crudemente anti-moralisti.

Questo successo non deve far pensare però né all' arricchimento (erano gli improvvisati editori a trarne profitto) ne' a particolari spunti artistici (erano cassette registrate alla bella e meglio, magari riutilizzando brani già incisi) e di ciò Khaled era consapevole a tal punto da desiderare già a 20 anni di trasferirsi a Parigi, simbolo di libertà; occorreranno 6 anni perché il suo sogno si realizzi, quando nell' 86 venne invitato a cantare al Festival di Bobigny, che fu la svolta della sua carriera anche perché in quella occasione incontrò il suo futuro manager Djilali Ourak, che indirizzò la sua carriera.

Collegamenti
In evidenza