Chi è più povero va di più in ospedale e ci resta più a lungo
Prezzinvista, al via codice di comportamento salvaportafogli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 aprile 2004 15:31
Chi è più povero va di più in ospedale e ci resta più a lungo<BR>Prezzinvista, al via codice di comportamento salvaportafogli

FIRENZE- I principi di equità e di universalità sono i pilastri portanti del sistema sanitario toscano. Non di meno le condizioni oggettive in cui questo servizio viene svolto possono contraddire i principi tanto da scoprire, con una indagine attenta, che le persone svantaggiate sotto il profilo economico e sociale (per occupazione, reddito, livello di istruzione, tipo di abitazione) lo sono anche quando si tratta di usufruire dei servizi ospedalieri. E' quanto emerge dallo studio "Condizione socio-economica e ricovero ospedaliero a Firenze" promosso dalla Regione Toscana, coordinato dal Settore Statistica in collaborazione con l'Università di Firenze, l'Azienda sanitaria di Firenze, il Cspo e i Comuni di Livorno e Firenze presentato oggi nell'Aula Magna dell'Università dagli assessori regionali alla statistica Carla Guidi e al diritto alla salute Enrico Rossi.

Le avvisaglie dei risultati discussi nel corso di un seminario nell'aula magna dell'Università si erano del resto avute anche con la ricerca precedente, uno studio longitudinale (cioè esteso nel tempo) che aveva dimostrato che anche la morte arriva prima per chi conduce vita più grama ed è meno attrezzato dal punto di vista culturale. Per i ricoveri in Ospedale la logica è per lo più la stessa. La ricerca, condotta dal 1997 al 2000 negli ospedali fiorentini su un campione di 197.348 ricoveri, relativi a 108.211 persone, dimostra in primo luogo quanto contino le diseguaglianze socio-economiche sui tassi di ricovero.

I disoccupati si ricoverano il 55% in più della media, il 30% le persone a basso reddito, il 25% in più quelli che denunciano situazioni abitative disagiate, il 20% in più le persone a bassa scolarizzazione. Gli eccessi di ricovero relativi a malattie infettive e parassitarie si contano nell'ordine del 50-80% in caso di bassa scolarità e nell'80-180% per la deprivazione materiale. Quanto al disturbo psichico i picchi arrivano al 150% in caso di bassa scolarità e superano il 400% in caso di "deprivazione materiale".

Stessa musica per altri tipi di malattie: tumori (+16% per gi uomini con licenza elementare, +29% per i più poveri), malattie respiratorie, circolatorie, dell'apparato digerente. E se sei povero quando entri in ospedale ci resti di più (10% in più la durata della degenza media). Età e condizione socio-economica influiscono anche sul tipo di ricovero. Infatti i ricoveri in day hospital sono più frequenti tra i giovani e gli adulti rispetto agli anziani. Le classi abbienti trovano più facilmente la strada dell'assistenza extraospedaliera mentre quelle più svantaggiate non riescono a sfruttare adeguatamente le soluzioni alternative al ricovero.

Un altro esempio eclatante: i tumori femminili. I tassi di ricovero non presentano differenziali significativi, ma le donne in condizioni di svantaggio subiscono degenze più lunghe. Nel caso dei tumori alla mammella si ricoverano molto meno, hanno degenze più lunghe e subiscono più di frequente (anche il 30%) la terapia più radicale e devastante, la mastectomia. Povertà e mancanza di cultura, evidentemente, vanno poco d'accordo con la prevenzione e la diagnosi precoce. Allo stesso modo i ricoveri ad alta probabilità di inappropriatezza riguardano più di frequente le persone disagiate.

In breve: potrebbero curarsi altrimenti e senza ricovero, ma non riescono a farlo. La disponibilità di risorse per la tutela della salute non basta, occorrono anche gli strumenti concreti per saperle utilizzare.
“C’è ancora molto da lavorare per garantire a tutti il diritto alla salute – commenta l’assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi – Altro che i tagli previsti dal governo… Dobbiamo fare di più per estendere la prevenzione, la diagnosi precoce; puntare sull’informazione dei cittadini e sull’appropriatezza delle prestazioni”.

La ricetta è semplice e di sicura efficacia: prezzi e tariffe trasparenti, indicati in maniera facilmente leggibile e riconscibile per evitare ai consumatori di cadere in equivoci e contribuire a rendere più chiari e corretti i rapporti fra commercianti, artigiani, professionisti e cittadini consumatori.
Si chiama Prezzinvista il sistema regionale di esposizione dei prezzi messo a punto in collaborazione con le associazioni di categoria che la Consulta regionale per la trasparenza dei prezzi (di cui fanno parte assoiciazioni dei consumatori, di categoria, camere di commercio, rappresentanti di enti locali e servizi pubblici) ha approvato nel corso della riunione di oggi.
Prezzinvista è, in pratica, un codice che definisce poche e semplici norme di comportamento e di utile buonsenso, indispensabili ai cittadini per orientarsi in un panorama tutt'altro che semplice da interpretare.

Una sorta di guida preventiva all'acquisto, cui possono aderire volontariamente bar e ristoranti, artigiani, commercianti ma anche attività turistiche e altre categorie professionali. Il codice e il relativo logo dovranno essere esposti in un luogo ben visibile. Per aderire all'iniziativa (che partirà operativamente non appena ci saranno le prime adesioni) è sufficiente iscriversi presso le organizzazioni professionali, impegnandosi al rispetto delle norme di comportamento definite dal Codice.
L'adesione - totalmente gratuita - viene registrata su un data base unico regionale che viene aggiornato in tempo reale e dà vita ad un catalogo on line, dotato di motore di ricerca e consultabile direttamente dai cittadini.

Informazioni sugli esercizi aderenti possono essere richieste anche presso gli sportelli Prontoconsumatore, presso le associazioni di csategoria, al numero verde 800360003, gli Uffici relazioni con il pubblico dei Comui e delle Apt. Ecco dunque che l'operazione, oltre a fornire una garanzia al consumatore, permette l'innescarsi di un meccanismo virtuoso per il commerciante che aderisce e usufruisce, così, del veicolo pubblicitario costituito dalla banca dati on line. L'iniziativa verrà inoltre lanciata dalla Regione con una campagna informativa e pubblicitaria ad hoc.

L'impresa iscritta è tenuta al rispetto delle norme comportamentali, all'esposizione del codice e di una speciale vetrofania con il logo dell'iniziativa.
"La fiducia nel mercato - spiega l'assessore al commercio Susanna Cenni - è un elemento fondamentale e non può essere recuperato soltanto attraverso l'imposizione e il rispetto di norme di legge. E' necessario coinvolgere a pieno titolo tutti i protagonisti, quindi commercianti, categorie economiche e cittadini. E' per questo che abbiamo deciso di adottare un codice condiviso, in grado di valorizzare i principi dell'etica di mercato.Solo con una reciproca presa di coscienza del proprio ruolo, da parte di consumatori ed imprese, sarà possibile garantire un mercato libero, sì, ma nel pieno rispetto delle regole".

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