ROMA - Squalifica per un turno al campo dei giallorossi, ammenda di 3.000 Euro (sei milioni scarsi di vecchie lire) sempre alla società del presidente Sensi e di 51.500 alla Lazio (l'incasso del derby è stato comunque di 1.100.000 Euro e spiccioli). Ma soprattutto la ripetizione del derby, sospeso per le intemperanze dei tifosi, a porte aperte. Così, tocca pagare (nel senso di mano al portafoglio) proprio a quest'ultimi. Perché chi vorrà assistere al replay del match dovrà, difatti, frugarsi in tasca, tirar fuori qualche bigliettone di carta (anche se si profilano prezzi popolari) e comprare nuovamente un biglietto per l'Olimpico.
Già, per via di quei miseri due minutini giocati nella ripresa, nessuno potrà chiedere il rimborso o far valere il biglietto acquistato prima del 21 marzo per il derby-bis. Chissà cosa penseranno i supporters che, quella domenica sera, si sono dati un gran da fare per interrompere il match? Quanti entrarono in campo per ammonire i propri beniamini dal proseguire la festa (!?!) pallonara? E ancora, chissà cosa penseranno invece coloro che erano andati all'olimpico per vedere solo e soltanto 22 atleti in calzoncini corti rincorrere una sfera multicolore, che si sono ritrovati in piena zona di guerra (perché vedendo le immagini del dopo partita è difficile trovare altre parole per descrivere lo scenario creatosi attorno allo stadio) e che adesso, non solo non possono chiedere il rimborso dello spettacolo, ma, se vorranno vederlo nella sua interezza, dovranno sborsare altri Euro? Sarebbe bello poter sentire quei tre personaggi che circondavano Totti&co proprio su questi temi. [S.R.]