Il progetto di Paolo Biribò è nato e si è sviluppato in un laboratorio con gli attori della compagnia Teatro d’Almaviva ed ha attivato in loro una ricerca personale su cos’è la follia attraverso un percorso interiore di contatto con le parti del sé non razionali. Un viaggio attraverso la scoperta di ciò che in ognuno di noi è libero, che non ha controllo, e che non è elaborato dalla coscienza stessa. Questo lavoro è stato poi finalizzato all’allestimento teatrale di “Diario di un Pazzo” di N.V.
Gogol’ per la sua capacità di mostrare le tante facce della follia, vissute come una crescente sensazione di estraneità, di diversità, che si manifesta in un corsa veloce verso un mondo slegato, astratto, fittizio e protettivo.
I diversi aspetti di questa mente che si perde nella personale “assenza di tempo” sono affidati ai tre attori Enrico Dabizzi, Fulvio Ferrati e Domenico Iaccino, che nel corso della rappresentazione si compensano, si mescolano e si allontanano, come le diverse parti di un Io diviso; mentre alle attrici Lidia Giordano, Rossella Magnolfi, Marta Martini e Laura Torrini sono affidate le voci delle paure, delle angosce, delle forze interiori del protagonista che lo spingono all’allontanamento dalla realtà.
Per Duccio Barlucchi, “L’esperienza con P.Biribò ha permesso alla Compagnia Teatro d’Almaviva di confrontarsi, attraverso il testo di Gogol’ e la metodologia registica, con le tematiche del disagio di vivere e della follia, insite nella natura umana, e molto più vicine alla nostra normalità di quanto si preferisca credere e rilevare nella realtà quotidiana.”
