Piano Strutturale e "partecipazione" secondo i Comitati Cittadini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 marzo 2004 15:28
Piano Strutturale e

La Giunta comunale di Firenze ha recentemente presentato la bozza di Piano Strutturale che, in un prossimo futuro, dovrebbe sostituire l’attuale Piano Regolatore.
Secondo alcuni esponenti delle forze politiche che sostengono l’attuale amministrazione, esso dovrebbe essere, ovviamente assieme al Piano Strategico, un efficace e positivo strumento di regolazione dell’azione del governo locale e della partecipazione dei cittadini alla progettazione degli interventi di trasformazione della città.
È proprio su queste basi che è stata rinnovata la candidatura del sindaco Domenici alle prossime elezioni amministrative.
Di cosa si tratta?
"Il Piano Strutturale proposto inserisce -secondo un documento documento del Coordinamento dei Comitati Cittadini, che propone una struttura di servizio per la formazione di una lista di cittadini per i cittadini- le cosiddette grandi infrastrutture (grandi soprattutto per l’entità dei danni arrecati), sia in programma che in corso di realizzazione e che già tante obiezioni e aspre polemiche hanno sollevato, tra le Invarianti Strutturali programmatiche del piano stesso.

Ci riferiamo a quei progetti e a quelle opere, già inserite nel Piano Strategico, che stanno sconvolgendo la vita di tutti noi, peggiorando le nostre condizioni di vita, consegnandoci una Firenze non con un nuovo volto, ma senza più alcun volto, ferita non solo nei suoi caratteri storici e culturali, ma anche nelle sue prospettive. Ci riferiamo alle scelte fatte per il nodo fiorentino dell’Alta Velocità, il tubone da Varlungo a Castello, la terza corsia dell’autostrada e opere connesse, i nuovi svincoli tra Firenze e Scandicci, la rete dei parcheggi (sotterranei e non), la rete della tramvia, ecc.


Queste scelte, non solo sono state compiute senza alcuna forma di partecipazione dei cittadini, ma, con questo piano, saranno sottoposte a tutela (art. 9 dello Statuto dei Luoghi) e di fatto sottratte definitivamente al pubblico confronto.
L’imbroglio culturale consiste quindi nello svuotare di significato alcuni importanti e significativi strumenti della pianificazione (lo Statuto dei Luoghi, la scelta delle invarianti territoriali e strutturali, ecc.), affermatisi per la difesa e la salvaguardia del territorio e per configurare un progetto di futuro socialmente condiviso, ma che, nelle mani di questa giunta, servono solo per mettere sotto chiave le scelte fin qui operate e renderle indisponibili al confronto con le richieste di cambiamento che emergono nella città sempre più numerose e intense.


A questo punto è chiaro il senso di alcune affermazioni di esponenti di questa maggioranza che, a margine di un convegno sulla “Democrazia urbana”, si fanno paladini della progettazione partecipata e della necessità che questa diventi anche norma urbanistica. Le loro dichiarazioni risultano di fatto vuote e demagogiche perché, a causa della “tutela” sulle scelte di fondo, la partecipazione potrà essere riferita solo a questioni di dettaglio e poco significative: i cittadini potranno esprimersi sul colore delle panchine o sul tipo di pavimentazione di una piazza ma viene negata loro qualsiasi forma di espressione sulle questioni strategiche che incidono sulla vita della città.
Sollecitiamo pertanto le forze culturali della città ad esprimersi sul modo di operare dell’attuale maggioranza di governo e più in generale del ceto politico attuale, apparentemente così aperto e disponibile al confronto, ma nei fatti chiuso e sostanzialmente autoritario.
I margini di contrattazione con questi esponenti politici appaiono davvero ridotti e affermare il contrario vuol dire essere animati, magari con le migliori intenzioni, da un’eccessiva – e oggettivamente pericolosa – ingenuità politica".

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