L’Associazione Produttori Vitivinicoli Toscani disapprova la decisione della Commissione Europea che modifica la legge di tutela delle menzioni d’origine

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2004 19:10
L’Associazione Produttori Vitivinicoli Toscani disapprova la decisione della Commissione Europea che modifica la legge di tutela delle menzioni d’origine

“Prendiamo atto con rammarico che la Commissione Europea non ha ascoltato le proteste e le osservazioni di quel vasto movimento che si è creato intorno alla questione delle menzioni ed è andata avanti mantenendo inalterate le proprie posizioni. Non ci convincono le dichiarazioni del commissario Agricoltura Franz Fischler, che tendono a ridimensionare questa decisione. E’ un fatto gravissimo che si dia la possibilità a paesi terzi di poter utilizzare seppur tra vincoli le menzioni tradizionali di un paese”.
Così Roberto Bruchi, Direttore dell' Associazione Produttori Vitivinicoli Toscani - Aprovito, commenta la decisione della Commissione Europea, ormai ufficializzata, di modificare la legge di tutela delle menzioni tradizionali.
“Ci sono cose molto più importanti su cui discutere e legiferare – continua Bruchi - tra le quali ad esempio la possibilità per alcuni paesi come Stati Uniti d’America e Australia di poter esportare nell’UE e quindi anche nel nostro paese vini ottenuti con pratiche enologiche vietate dai nostri regolamenti e che quindi creano spesso una concorrenza sleale all’interno del mercato.

Ci aspettavamo una posizione più ferma della Commissione a tutela delle produzioni di qualità ma probabilmente è più semplice mettere mano alle menzioni”.
“L’impegno futuro deve andare verso un ulteriore sostegno ed appoggio ai produttori e alle organizzazioni che li rappresentano su queste vitali problematiche. In questo senso valutiamo positivamente le posizioni espresse dall’Italia e per quello che ci tocca più da vicino le parole pronunciate dal presidente della Regione Toscana Claudio Martini.


“E’ necessario dare battaglia su questa decisione che consideriamo ingiusta e penalizzante. Dobbiamo fare uno sforzo per tutelare un settore fondamentale per la nostra agricoltura qual è la vitivinicoltura, ma anche per difendere le tradizioni di una storia millenaria che ha fatto grande l’Italia e la Toscana nel mondo.”

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