Il Piano regionale dello Spettacolo per l’anno 2004 approvato dal Consiglio regionale a maggioranza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2004 15:46
Il Piano regionale dello Spettacolo per l’anno 2004 approvato dal Consiglio regionale a maggioranza

Sette milioni e ottocentosettantacinque mila euro. Queste le risorse finanziare per l’attuazione del Piano regionale per lo spettacolo, per l’anno 2004, che è stato approvato dal Consiglio dopo ampio dibattito. A favore si sono espressi i gruppi di maggioranza e Rifondazione comunista, mentre hanno optato per l’astensione Forza Italia, Alleanza Nazionale e l’Unione dei democratici cristiani e di centro. Lucia Franchini (La Margherita), Presidente della commissione “Attività culturali e Turismo”, si è soffermata sul sistema dello spettacolo articolato per reti.

Obiettivo generale definito da legge regionale del 2000 e quindi concretizzato con questo piano, che avvia il processo di costruzione del sistema, sulla base dello stato del settore e delle potenzialità di sviluppo. Da qui l’individuazione di tre possibili sistemi: teatrale, della musica e della danza, “processo che si attua attraverso la pratica della concertazione territoriale e si sviluppa per fasi – ha sottolineato la Presidente – Un ruolo essenziale è svolto dalle Province e dai Comuni, chiamati a promuovere e coordinare lo sviluppo delle reti territoriali di competenza”.

Il piano mira a consolidare il sistema teatrale toscano, a potenziare le attività degli enti di rilevanza nazionale e regionale, a sostenere attività teatrali, musicali, di danza, festival, cinematografie, audiovisivi e multimediali di qualità; accanto a forme di spettacolo non convenzionali, come teatri di marionette, di strada, teatro in carcere, amatoriale e per bambini. Una panoramica di estro e vivacità dove la Toscana guarda con favore a programmi di confronto e scambio culturale ed ai rapporti di collaborazione tra sistema teatrale, associazionismo e mondo della scuola.

Lucia Franchini, dopo aver ricordato le ampie consultazioni con tutti i soggetti interessati, ha sottolineato la rilevanza del settore dello spettacolo, che ha portato la stessa Commissione a svolgere una seduta sul territorio, per accendere i riflettori sul tema. Per quanto concerne i finanziamenti, dei sette milioni e ottocentosettantacinque mila euro, non meno del quaranta per cento delle risorse va ad enti e fondazioni di rilevanza regionale e nazionale, non meno del venti invece a progetti proposti a finanziamento regionale ed a progetti di iniziativa regionale.

La Presidente ha concluso l’illustrazione in aula ripercorrendo ogni voce del piano e sottolinenandone l’annualità, in mancanza di un quadro normativo chiaro e stabile. Luci e ombre sullo spettacolo toscano sono emerse nel corso del dibattito. Per Giuliana Baudone (Alleanza Nazionale) “il piano presenta una serie di scelte che devono essere affinate o messe a punto meglio, in particolare c’è ancora troppo ‘monopolio’ da parte dei soliti soggetti che, in virtù di clientele e percorsi facilitati, si sono accaparrati nel tempo finanziamenti e posti di rilievo”.

Queste le richieste: pari opportunità per tutti, circuito culturale per i teatri minori, no alla politicizzazione delle tematiche e sì al criterio qualitativo, per l’erogazione dei contributi. Particolare apprezzamento è stato espresso per il teatro in carcere, “esperienza di grandissimo valore, sia dal punto di vista artistico che sociale”. Tematica ripresa anche dal consigliere Giovanni Barbagli (Rifondazione comunista), in sede di dichiarazione di voto, che è stato favorevole. Lo stesso per il consigliere Ghelli (Comunisti italiani), che ha apprezzato il lavoro svolto ed ha invitato a riflettere sul rapporto tra intellettuali e società toscana, anche in base alla produzione culturale.

Franco Banchi (Unione dei democratici cristiani e di centro), dopo aver valutato positivamente i correttivi del piano, ha rilanciato l’indicatore del monitoraggio “da utilizzare in itinere”, per un controllo dei criteri sul campo, ha chiesto di definire meglio il rapporto tra Toscana e livello nazionale, di lavorare di più sulla qualità dei progetti e di attuare una sinergia anche con le Università. Della serie: il piano presenta modifiche positive, ma si può fare di più. Di tutt’altro parere la consigliera Alessia Petraglia (Democratici di Sinistra), che ha parlato di un mondo che cresce e crea occasioni di lavoro, grazie anche all’impegno della Regione Toscana.

“La cultura è un valore collettivo – ha detto – è una rete di relazioni che promuove un’intera comunità, un modo per costruire politiche di cittadinanza attiva, dove un consumo non consumistico è fatto non solo di grandi eventi ma anche di una miriade di medi e piccoi spettacoli”. Questa la ricchezza della Toscana, che mal si concilia, secondo la consigliera, con la scelta del Governo di ritirare il disegno di legge che introduceva la triennalità dei contributi ministeriali, preferendo mantenere l’incertezza del finanziamento annuale.

L’assessore Mariella Zoppi, dopo aver ringraziato il Consiglio e la Commissione - “dove il piano è maturato nelle sue peculiarità” - parlando dello spettacolo come di una realtà in continua evoluzione, ha invitato a dare suggerimenti; “quando si attribuiscono punteggi e si fanno graduatorie – ha detto – ci sono dei margini di discrezionalità”. Per quanto concerne l’accusa di eccessiva politicizzazione, l’assessore ha ricordato che il circuito è aperto, quindi gli operatori possono sempre farsi avanti.

Il sistema continua comunque il suo corso e tra un mese sarà pronto il monitoraggio sul 2003.

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