Domenica il centro di Firenze invaso dagli appassionati di orienteering

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 febbraio 2004 09:14
Domenica il centro di Firenze invaso dagli appassionati di orienteering

Uno sport, un gioco e un modo di divertirsi all'aria aperta: è tutte e tre queste cose insieme l'orienteering, la corsa di orientamento nata in Svezia (e infatti la parola è svedese e non inglese come potrebbe sembrare) che domenica si svolgerà per la prima volta a Firenze. La gara consiste nello svolgere un percorso indicato da una cartina muta, senza cioè i nomi delle strade e delle piazze, secondo una successione prestabilita di "punti di controllo", evidenziati con delle apposite lanterne numerate: ad ogni tappa si dovrà punzonare il cartellino che sarà distribuito a ogni concorrente, per testimoniare di avere individuato e percorso tutte le fermate previste dall'itinerario.

La partenza è prevista per le ore 10 da piazza della Signoria dalla quale si snoderanno circa quindici diversi percorsi attraverso la città destinati a varie categorie di concorrenti, divisi tra maschi, la maggioranza, e femmine e anche studenti. Per il momento si sono già iscritte oltre 400 persone a cui si aggiungono circa 150 ragazzi e ragazze delle scuole fiorentine. I concorrenti partiranno da piazza della Signoria, a distanza di un minuto l'uno dall'altro, e avranno in "dotazione" la carta topografica e il cartellino di controllo.

La gara rappresenta la prima prova del Circuito nazionale delle città d'arte e si inserisce nel trofeo nazionale centri storici Etruria. Ma cos'è precisamente l'orienteering? Nato nei paesi nordici, forse Finlandia, forse Norvegia, forse Svezia, in cui la natura è stata generosa nel fornire la palestra ideale per questo sport e l'uomo abbastanza intelligente da stabilire con lei un rapporto di rispetto. La gara consiste nel cercare di raggiungere dei punti stabiliti, nel più breve tempo possibile. I punti sono segnati su una piantina topografica, specifica per questo sport, e sono contrassegnati nella realtà da "lanterne" facilmente riconoscibili ed individuabili, con attaccato un punzone con cui si timbra un tesserino, come testimonianza del ritrovamento del punto indicato.

L'abilità consiste nello scegliere il percorso migliore, che potrebbe non essere quello più breve, sfruttando la capacità di "leggere" le indicazioni che sono sulla piantina: curve di livello (spostarsi in piano è più agevole che avventurarsi in una salita ripida, ma la strada potrebbe essere troppo più lunga), zone invalicabili, sentieri, bosco fitto o rado (leggibile dal colore), punti di riferimento visibili e facilmente riconoscibili che aiutano l'orientamento, ecc… . Nei boschi è spesso indispensabile l'uso della bussola per l'orientamento, nelle gare in città o dove ci si può orientare in altra maniera diventa superflua. È uno sport duttile, facilmente adattabile a condizioni e situazioni diverse o a concorrenti diversi, si può scegliere un percorso relativamente pianeggiante per limitare le difficoltà a livello cardiocircolatorio, si può adattare nelle distanze e nei percorsi (e quindi gareggiare in mountain bike o a cavallo; in montagna è spesso a braccetto con lo sci di fondo), ora va molto di moda unirlo al turismo, si gareggia nei centri storici delle città d'arte ed intere famiglie si spostano scegliendo le mete di questa carovana alternativa. Le possibilità di adattamento lo rendono veramente "sport a misura di ognuno", adatto agli studenti per i percorsi didattici che si possono strutturare, agli "atleti" per misurarsi in attività in cui velocità, resistenza sono unite a capacità di scelta e rapidità nel prendere decisioni, ma adatto anche a persone anziane che possono misurarsi con un compito motorio ed intellettuale che è comunque competizione non esasperata, è adatto, quindi, per le stesse ragioni, a tutte quelle persone che per problemi di varia natura non possono avvicinarsi agli sport "tradizionali". A.S.

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