“Giorno della Memoria”: Consiglio solenne ad Arezzo per ricordare chi finì nei 4 campi di concentramento e negli 11 internamenti liberi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 gennaio 2004 14:14
“Giorno della Memoria”: Consiglio solenne ad Arezzo per ricordare chi finì nei 4 campi di concentramento e negli 11 internamenti liberi

Le avanguardie difensive della ‘Linea Gotica’ attraversavano tutta la provincia di Arezzo e per questo nel biennio 1943-1944 i nazifascisti attuarono in quel territorio lo spietato teorema della ‘terra bruciata’. Da qui la scelta del Consiglio regionale della Toscana di riunirsi in seduta solenne ad Arezzo, lunedì 26 gennaio 2004 nella ‘Sala dei Grandi’ della Provincia (Piazza della Libertà 3 – Tel: 0575/392275), per celebrare il “Giorno della Memoria”. Un incontro simbolico per ricordare che le tremende radici dell’olocausto erano piantate anche nei più diversi angoli della Toscana.

Quattro i campi di concentramento disseminati nel territorio aretino: “Villa Oliveto”, allestito nel 1940 nel comune di Civitella Val di Chiana, che accolse prevalentemente ebrei stranieri; “Renicci”, funzionante dal 1942 nel comune di Anghiari, dove furono deportati migliaia di slavi e un consistente numero di anarchici; “Villa Ascensione”, allestito nei pressi di Poppi nel 1942, che accolse ufficiali britannici fatti prigionieri in Africa; “Laterina” (nell’omonimo comune), realizzato nel 1941 per imprigionare migliaia di militari delle truppe Alleate ed utilizzato anche dopo la Liberazione prima per collaborazionisti e civili ex-fascisti e successivamente al 1948 come centro di raccolta per i profughi dell’Istria e delle ex colonie d’Africa.

In altre undici località dell’aretino, durante la seconda Guerra Mondiale, furono ospitati gli “internati liberi”, cioè condannati dal Tribunale speciale fascista che avevano terminato di scontare la pena od accusati di reati minori, provenienti sia dal resto d’Italia che da altre nazioni occupate. Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti Franco Banchi (segretario- questore dell’Ufficio di presidenza del Parlamento toscano), Paolo Benesperi (assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro) e Camillo Brezzi (assessore alla cultura della Provincia di Arezzo).

Era presente anche il consigliere Ilio Pasqui. “Il ripiegamento del ‘900 è ben spiegato nel libro ‘Con gli occhi chiusi’ del toscano Federico Tozzi –ha detto Banchi-, ma con queste iniziative noi scegliamo la filosofia degli occhi ben aperti verso il passato, perché solo la memoria può trasmettere ai giovani un futuro che chiuda definitivamente con gli orrori del passato”. Dopo le tappe di Bagno a Ripoli, Pitigliano e Castelnuovo Garfagnana prosegue, così, l’iniziativa del Consiglio Regionale di decentrare la cerimonia solenne per il “Giorno della Memoria” in luoghi simbolo dell’esclusione e dell’annientamento della civiltà.

Decisione ancora più significativa proprio con l’avvicinarsi del 60° anniversario della Liberazione di Arezzo, avvenuta interamente ad opera delle Divisioni partigiane, con il contributo della popolazione che pagò un contributo altissimo alla lotta contro il nazifascismo (oltre 3.000 civili trucidati e 221 partigiani giustiziati o morti in combattimento). Ed infatti, quando i primi reparti delle truppe Alleate entrarono nel capoluogo, il 16 luglio 1944, trovarono alle porte della città i posti di blocco dei partigiani, una linea difensiva a nord dell`abitato, le vie del centro e gli edifici pubblici pattugliati, autorità amministrativa e di polizia riattivate dal C.L.N.

e “Radio Londra” potè annunciare: `Arezzo è stata liberata dai partigiani della XXIII Brigata Pio Borri`. I giorni successivi toccò agli altri centri del Valdarno, Casentino e Valtiberina. E poi quasi 1.500 aretini subito decisero di arruolarsi nei Gruppi di combattimento “Friuli” e nella divisione “Cremona” del rinato Esercito italiano, impegnarsi per la definitiva sconfitta del fascismo e del nazismo, fino alla battaglia sul Senio e alla liberazione di Alfonsine. Al Consiglio regionale solenne del 26 gennaio, dopo il saluto del sindaco di Arezzo Luigi Lucherini, interverranno con proprie relazioni il presidente dell’Amministrazione provinciale Vincenzo Ceccarelli, il vice-presidente del Parlamento toscano Enrico Cecchetti, il presidente dell’Associazione Nazionale Ex Deportati Gianfranco Maris ed il presidente della Regione Toscana Claudio Martini.

(G. di I.)

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