EMPOLI - Se era categorico vincere, beh non possiamo dire che l'undici azzurro domenica abbia toppato. Nel confronto dal gladiatorio sapore di 'mors tua vita mea' Di Natale e compagni sono infatti riusciti a portare a casa la pelle e, con ogni probabilità, a ritirar su quel morale mandato ko da troppe recenti sconfitte (Bologna per Befana, Roma, Milan e Brescia prima della sosta natalizia). Non tutto però è rosa e fiori. Nei primi quarantacinque minuti contro l'Ancona, infatti, la banda Perotti è stata tutt'altro che irreprensibile.
La paura di giocare a viso aperto era palpabile e, in difesa soprattutto, si manifestavano ancora improvvisi e pericolosi black out (basti pensare all'occasione sciupata da Berretta sullo 0-0). E' vero, l'inserimento di Vargas e di Vannucchi hanno permesso alla squadra di crescere: in difesa anche Cribari è parso più sicuro e in avanti Di Natale e Rocchi hanno avuto una maggiore quantità di palle a disposizione. Ma è anche vero che di fronte c'era l'Ancona: ultima forza del campionato con all'attivo solo 4 punti, nessuna vittoria, peggior attacco del torneo e terza peggior difesa.
Insomma, i progressi vanno tastati tenendo ben presente i se e i ma del caso.
La cosa che più è piaciuta è stata invece la voglia di lottare mostrata da Ficini e Grella (perché non provare un 4-3-3 col ritorno di Giampieretti?), l'asse Belleri-Buscé (che già si era contraddistinto in altri e più probanti match) e il ritorno al gol con una certa costanza di Totò Di Natale (2 gol in 2 partite sono un bel biglietto da visita per la lotta salvezza). Infine il contemporaneo passo falso di Lecce e Perugia, adesso raggiunte a quota nove.
[S.R.]
